Nestor Burma, titolare dell’agenzia investigativa Fiat Lux, terminato un lavoro da guardia del corpo per l’attrice americana Grace Stanford, si gode il meritato riposo in una stanza del prestigioso hotel Cosmopolitan. Invitato da Marc Covet, cronista del quotidiano
Crépuscule, alla prima del film
Le pain jeté aux oiseaux, il detective si sdebita accompagnando l’amico a casa della vecchia diva Lucie Ponceau, protagonista del film, tornata sugli schermi dopo una lunga assenza. Arrivati a casa di madame Ponceau, una villa uscita dritta dritta da
Viale del tramonto,
cronista e investigatore trovano l’anziana diva moribonda; accorsi sul luogo i poliziotti di Florimond Faroux recuperano una grande quantità di oppio, e, quando i medici stabiliscono che la donna è morta per intossicazione, il caso viene archiviato come suicidio.
Le circostanze fanno pensare al gesto di una donna insicura e incapace di accettare il passare degli anni, ma Nestor Burma vuole vederci chiaro; poi, quando alla prima vittima ne seguono altre due, entrambe collegate al mondo del cinema, anche il commissario Faroux è costretto a riaprire le indagini…
Scritto nel 1956, in un periodo di grande fioritura del cinema francese (quell’anno uscivano, tra gli altri, il notissimo Un Condamné à Mort s'est échappé di Robert Bresson e l’incredibile Le Mystère Picasso di Henri-Georges Clouzot; il teorico André Bazin era nel pieno della sua attività, e nell’aria già si faceva sentire il clima che avrebbe caratterizzato il periodo della Nouvelle Vague (1)), il romanzo si rifà ad una tradizione precedente, ricalcata sul modello della Hollywood degli anni ’40; l’autore tesse, con uno stile meravigliosamente ironico (e sfociando in vero e proprio umorismo nel rispolverare la stereotipata eccentricità dei cinematografari), un intreccio grandioso, imprevedibile, pieno di irriverenti rimandi all’ hard boiled americano della scuola dei duri, ma giustamente dotato di un fondo amaro e realistico.
Il romanzo Baraonda agli Champs-Elysées, di Léo Malet, è edito in Italia da Fazi.
(1)L’inizio della Nouvelle Vague, come movimento sviluppatosi intorno alla ormai mitica rivista Cahiers du cinéma, viene convenzionalmente fatto risalire al 1959 quando la vittoria del film “I quattrocento colpi” di Francois Truffaut e la presentazione di pellicole quali A bout de souffle di Jean-Luc Godard, Hiroshima mon amour di Alain Resnais ecc., al festival di Cannes, imposero all’attenzione del pubblico una nuova generazione di registi.
Labels: Burma, Letteratura, Letteratura Francese, Letteratura Noir, Malet, Nuovi Misteri di Parigi, VIII Arrondissement
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