Tuesday, April 01, 2008

L- Daniel Pennac: Diario di scuola

La scuola osservata dal punto di vista del somaro, e raccontata con l’incredibile vitalità stilistica di Daniel Pennac, ex studente problematico “salvato” da un incerto futuro grazie all’aiuto di tre o quattro bravi insegnanti.
L’autore, che non è nuovo alla forma saggio (nel fortunato Come un romanzo, del 1993, si era occupato del tema della “lettura”), rende omaggio ad un tempo alla maltrattata professione di insegnante (esercitata con dedizione per quasi 40 anni fino al recente pensionamento) ed agli studenti (in particolare quelli delle banlieues), fatti oggetto di tanti studi sociologici, psicologici ed economici ma troppo poco ascoltati. Miscelando sapientemente l’aspetto autobiografico (la scuola vista da entrambi i lati della cattedra e rivissuta tra commosse rievocazioni di studenti e buoni insegnanti, ma anche attraverso il recupero, ironico, dell’orribile memoria del senso di vuoto e di inadeguatezza del somaro, degli sguardi e le frasi di tutti quegli adulti che gli avevano predetto un destino buio… ) con brani di puro umorismo surreale, citazioni letterarie, riflessioni pedagogiche e psicologiche (1), e critiche sociologiche (2), Pennac consegna ai lettori una serie di piccole risposte al problema della scuola (sentito in tanto Francia quanto in Italia), tutte fondate sull’ impegno personale di docenti e genitori, piuttosto che su improbabili rivoluzioni istituzionali.
Consigliato ad un pubblico di insegnanti e genitori (direttamente interessati dall’argomento) Diario di scuola diverte e fa riflettere, grazie alla vivida rievocazione dell’infanzia scolastica ed alla casistica esilarante, e per merito della freschezza dello stile, anche i non addetti ai lavori.

Diario di scuola di Daniel Pennac è edito in Italia da Feltrinelli.






(1)La difesa della “fame di sapere” (solo gli insegnanti che ancora la possiedono sono in grado di risvegliarla negli allievi…), la comprensione del senso di inadeguatezza e della sofferenza connaturata al ruolo di “somaro”, il recupero della nozione di “amore”, bandita dalla moderna pedagogia.
(2)Grande rilievo assume la condanna di una scuola complice del consumismo diffuso, che permette agli studenti, in particolare quelli problematici, di restare rinchiusi nel comodo ruolo di consumatori soddisfatti.

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