Sunday, March 16, 2008

L-Joe R. Lansdale: In fondo alla palude

Texas orientale, anni ’30; Harry (11 anni) e Tomasina “Tom”(9 anni), figli del signor Jacob, unico agente di polizia di Marvel Creek, abitano in una zona paludosa ai margini del fiume Sabine; usciti nei boschi per sopprimere il fidato cane Toby (rimasto paralizzato in seguito ad un terribile incidente)(1), i ragazzi si ritrovano alla base dello Swinging Bridge, un’antico ponte frequentato, secondo la leggenda locale, dal temibile Uomo-capra. Sorpresi dal buio nel fitto dei boschi (e proprio vicino al ponte), Harry e Tom imboccano una scorciatoia mai tentata prima, e si imbattono nel cadavere di una donna di colore orribilmente martoriata e legata ad un albero per mezzo di un rotolo di filo spinato. Scioccato dal ritrovamento, il signor Jacob decide di indagare sull’orribile omicidio, ma le autorità delle contee limitrofe e i membri del Ku-Klux-Klan, convinti che a nessun bianco per bene debba interessare la morte di una nera (per di più riconosciuta come una prostituta), tentano di mettergli i bastoni tra le ruote. Al primo delitto ne seguono altri, tutti portati a termine secondo le stesse, macabre, modalità, e presto i cittadini smettono di sentirsi tranquilli; una vecchia nera della zona già parla di riti voodoo e patti col diavolo, i bambini sono pronti ad incolpare il misterioso uomo-capra (avvistato, sia da Harry che da Tomasina in diverse occasioni….), altri temono la presenza di un serial killer a spasso per le campagne… Sconvolto dal senso di colpa per aver assistito, senza poter reagire, al linciaggio di un nero innocente, Jacob perde interesse nelle indagini e si rifugia nella bottiglia, ma il ritrovamento di un nuovo cadavere lo costringe a rimettersi al lavoro…

Ambientato nell’amato Texas orientale, ed in particolare nelle familiari paludi del fiume Sabine (2), scritto nel consueto stile minimale (diremmo maturato, perché le cadute di tono segnalate nei romanzi precedenti, sono qui quasi del tutto scomparse…), con la solita attenzione anti-razzista e progressista, costruito tematicamente recuperando i clichés dell’ottusità della legge (rappresentata ovviamente, non dall’umano Jacob, ma dal convenzionale Red, che incarna perfettamente lo stereotipo dello sceriffo razzista e violento…), della codardia dei Kluxxers ecc., e, dal punto di vista dell'intreccio, mettendo una piccola comunità rurale alle prese con un antenato dei moderni serial killer(3) “In fondo alla palude” (che riconferma la sensibilità , già dimostrata in "L’ultima caccia” (4), nel creare personaggi-bambini di grande coraggio e tenerezza…) è forse uno dei romanzi più riusciti di Joe Lansdale.

Il romanzo “In fondo alla palude” di Joe Lansdale è edito in Italia da Fanucci.



(1) Ma non abbiano paura amanti dei cani ed animalisti in genere: l’ “esecuzione” non avrà mai luogo…
(2) La zona delle paludi del Sabine, che fa da sfondo ai romanzi “Una stagione selvaggia”, “In fondo alla palude”, “L’ultima caccia”, è luogo d’ origine dello stesso Lansdale.
(3) l’idea (credibilissima) proposta da Lansdale è che i serial killers siano sempre esistiti, e che i loro delitti non siano mai stati collegati per la scarsa comunicazione tra le varie contee…
(4) “In fondo alla palude” e “L’ultima caccia” sono legati per diversi motivi: Il setting comune (testimoniato dall’ incontro dei personaggi dei due romanzi), la struttura da “romanzo di formazione” (Volendo restare nell’ambito della letteratura di genere, come antecedente viene in mente lo Stephen King del racconto capolavoro “Il corpo” (dalla raccolta “Stagioni diverse”, 1982, ribattezzato per la versione cinematografica diretta nell’’86 da Rob Reiner, “Stand by me, ricordo di un’estate”), le tematiche antirazziste, la cura nella ricostruzione degli ambienti vintage (se in “L’ultima caccia” il catalogo Sears & Roebuck serviva alla rievocazione dei primi anni ’30, in “In fondo alla palude”, ha addirittura un ruolo particolare nel modus operandi del serial killer) ecc.

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