Monday, April 07, 2008

L-Loriano Macchiavelli: Fiori alla memoria

La sfortuna più grande è stata quella di venire assegnato all’ufficio dell’ispettore capo Raimondi Cesare. Tutto il resto è venuto dopo: la colite, l’inappetenza, lo stipendio sempre troppo corto, l’auto 28, l’agente Felice Cantoni, il desiderio di buttarsi dalle torri due invece che andare in servizio, le periodiche crisi sessuali, il desiderio di non sposarsi, il desiderio di sposarsi, una pistola in dotazione chiusa dentro un cassetto, sotto i fazzoletti e i calzini puliti, un caricatore ammuffito… (1)

Bologna, anni ’70. La costruzione di un monumento alla memoria per i 53 caduti del paesino di Pieve del Pino viene turbata da un incendio doloso. La popolazione, convinta che si tratti di un attentato fascista, richiede l’intervento delle forze dell’ordine. L’ispettore capo Raimondi Cesare, della questura di Bologna, invia sul posto il sergente Sarti Antonio e l’agente Felice Cantoni allo scopo di indagare sull’incendio e vigilare sul cantiere fino alla fine dei lavori; durante la prima notte di sorveglianza dei due, però, una scritta dal chiaro intento provocatorio appare sul monumento, e il giovane Giacinto Gessi, ventiseienne contadino, viene ritrovato morto in un fosso poco distante. Le circostanze fanno pensare ad un delitto politico, ma per risolvere il caso Sarti Antonio dovrà addentrarsi nella realtà, solo apparentemente piatta, del paesino, e risalire nella memoria fino alla morte dei 53 partigiani…

Narrato in terza persona da un misterioso personaggio intra-diegetico che indulge a toni vivacemente ironici nei confronti delle gerarchie (i nomi dei poliziotti vengono sempre seguiti dal loro grado, cosicché, già dopo alcune righe, i personaggi perdono ogni significato al di fuori del loro ruolo di tutori della legge…), e dimostra una bonaria, ma cronica sfiducia nei confronti degli investigatori (il caso si risolve da se’, o meglio viene sciolto grazie all’aiuto dello studente anarchico Rosas, al quale, ovviamente, la questura non può riconoscere alcun merito, e il narratore non ci tiene a nasconderlo…), tirato avanti sotto il segno di un falso disprezzo per la trama gialla, che si palesa, questa volta in ambito extra-diegetico, nell’inserimento dei titoli in testa ai capitoli (rivelano in anticipo parte degli avvenimenti, negando ogni effetto di suspence…), Fiori alla memoria è un romanzo cruciale (ma allo stesso tempo dissonante e fuori dal coro) nella storia del poliziesco italiano.
Loriano Macchiavelli, bolognese, classe 1934, creatore del fortunato personaggio di Sarti Antonio(2) , autore di tre volumi di racconti (tutti editi da Mondadori), e di una trentina di romanzi, è considerato il padre della “nuova” generazione del noir italiano. Spesso accostato a Lucarelli, per ovvie ragioni di contiguità geografica, Macchiavelli coniuga l’ironica irriverenza politica del movimento del ’77 (ma priva di ogni violenza(3)), con un gusto per l’intreccio tipico della narrativa poliziesca, confezionando così opere d' intrattenimento piacevolmente provocatorie.

Il romanzo Fiori alla memoria di Loriano Macchiavelli è edito in Italia da Einaudi.



(1)Loriano Macchiavelli, Fiori alla memoria, Einaudi, p.3
(2)Il personaggio di Sarti Antonio, protagonista di un’infinità di avventure cartacee (alcune delle quali per ragazzi), è stato portato in TV per la prima volta nel 1978 (regia di Pino Passalacqua), ed in seguito, nel 1988 in uno sceneggiato in 13 puntate diretto da Maurizio Rotondi e interpretato da Gianni Cavina.
(3)L’autore, lontanissimo dall’idoleggiamento della polizia (i suoi agenti, a partire dal protagonista, non sono certo infallibili), è pur sempre pronto a sublimare dietro la maschera comica gli amari confronti tra studenti e forze dell’ordine; il suo atteggiamento è dunque lodevolmente lontano dall’appoggio a-critico di una o l’altra delle due opposte fazioni…

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