Thursday, November 22, 2007

C- Francis Ford Coppola: Un’altra giovinezza

1938; Dominic Matei (Tim Roth) è un vecchio linguista impegnato da decenni nella stesura di un saggio sulle origini del linguaggio.Sostenitore di una teoria monogenetica, Dominic è convinto di poter risalire a ritroso, attraverso lingue sempre più antiche, fino al mitico “protolinguaggio” originario. Completamente assorbito da uno studio che è per lui una vera e propria ragione di vita, l’uomo ha accettato, in gioventù, la rottura della relazione con l’amata Laura (la bella Alexandra Maria Lara).Incapace di completare l’opera, e arrivato, solo, all’età di settant’anni, Dominic si convince di essere stato un fallimento completo (agli insuccessi lavorativi si unisce la memoria dell’unico vero amore perduto…) e decide di suicidarsi.
Per una strana intuizione il vecchio professore si reca a Bucarest, dove ha intenzione di togliersi la vita il giorno di pasqua; appena uscito dalla stazione, viene però colpito da un fulmine.
I medici non hanno dubbi: Le possibilità di sopravvivenza del vecchio professore sono quasi nulle, eppure Dominic, condotto in un ospedale ed affidato alle cure del professor Stanciulescu (Bruno Ganz, recentemente collaboratore di Alexandra Maria Lara in “La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler” di Oliver Hirschbiegel), porta presto a termine una miracolosa guarigione.
Incuriosito dalla condizione del paziente, il professor Stanciulescu, tiene sotto controllo Dominic ( momentaneamente privo dell’uso della parola) e comincia a notare, su questo, i sintomi di un rapido e vistoso processo di ringiovanimento.Nonostante le attenzioni di Stanciulescu , che tenta di tenere nascosta la sua scoperta, la voce si diffonde ed i nazisti, interessati al fenomeno, cercano di entrare in possesso del professor Matei per farne una cavia da laboratorio; il vecchio e pacifico Dominic (che, a forza di ringiovanire, dimostra non più di trentacinque anni) si inventa allora una nuova vita come latitante nella neutrale Svizzera…
Rimasto in Svizzera dopo la fine della guerra Matei (sopravissuto anche grazie alla complicità del suo “doppio” malvagio e freddamente razionalista, nato, o meglio “scoperto” come effetto collaterale della scarica del fulmine), prosegue i suoi studi di linguistica, poi l’ incontro con Veronica (una donna assolutamente identica alla perduta Laura) completa la sua seconda giovinezza “fisica” con una seconda giovinezza “intellettuale”.

Ispirato al romanzo omonimo di Mircea Eliade (1) ( ripubblicato per l’occasione da Rizzoli), “Un’altra giovinezza” è un film ricchissimo dal punto di vista narrativo; nella pellicola si trovano, concentrati nello spazio limitato di poco più d’un paio d’ore, toni noir (si veda l’illuminazione contrastata nel vicolo svizzero, degna dello Scarface di Howard Hawks), lunghe sequenze oniriche/allucinative di grande impatto, parentesi da film di spionaggio,larghi spazi metanarrativi, momenti romantici e riflessioni morali esplicite, grazie alla mano di un maestro capace di far trapassare i generi gli uni negli altri con una serie di impercettibili modulazioni.

Coppola, ormai sessantottenne, ed assente dalle sale cinematografiche da dieci anni (il suo “L’uomo della pioggia”, tratto da un romanzo di John Grisham è infatti del 1997), sembra aver ritrovato se stesso nel protagonista, afflitto da “blocco dello scrittore”; tutt’altro che estraneo alle escursioni al di fuori (o al di là?) dai sentieri generalmente battuti dal cinema d’intrattenimento (si pensi per esempio all’economicamente disastroso “Un sogno lungo un giorno”), il regista ha scelto per il suo ritorno sulla scena l’ adattamento (difficile) di un opera narrativa ma piena di risvolti filosofici e mistici (anche troppo), portata sullo schermo con tutta l’ingenuità degli americani “contro” ma con l’abilità dei grandi maestri, e la cinefilia degli “autori” della sua generazione…

Un film complesso ed articolato, godibile, graficamente interessante (anche per il recupero di quella dimensione "artigianale" del cinema da tempo abbandonata in favore di un facile ricorso alle nuove tecnologie...(2)), ingiustamente maltrattato dalla critica e quasi ignorato da un pubblico disattento.


(1) Il romeno Mircea Eliade (Bucarest 1907, Chicago 1986), romanziere e saggista, è uno dei più noti esponenti della “fenomenologia religiosa”. Nei suoi studi, collegati al vasto movimento dell’ irrazionalismo europeo, Eliade proponeva, in risposta alla crisi “esistenziale” dell’uomo occidentale moderno, un recupero di antiche forme di misticismo e di “destorificazione”.
Il “doloroso”divenire mondano, all’interno del quale l’uomo agisce “profanamente” (conducendo così una esistenza inautentica) è illusorio e doloroso.
Per sottrarsi all’irrealtà della durata profana l’uomo deve immergersi, sempre più profondamente, nel sacro.
I temi del “doppio”, del “tempo”, della metempsicosi, già affrontati da Mircea Eliade nei suoi studi storici e filosofici, vengono restituiti con “Un’altra giovinezza” al romanzo.
Da ricordare, tra i saggi di Eliade “Il mito dell’eterno ritorno” (Classici Borla), “Lo sciamanismo” (Bollati Boringhieri), “Tecniche dello Yoga”(Bollati Boringhieri).

(2) le lunghissime sequenze oniriche / allucinative presenti nel film sono segnalate e risolte con curiose sovraimpressioni (e mai con il ricorso ad effetti speciali esagerati o parentesi "digitali"...) ecc, che contribuiscono a conferire alla pellicola una meravigliosa aria "retrò"

Labels: , , , , , ,

0 Comments:

Post a Comment

<< Home