C- Len Wiseman: Die Hard, vivere o morire (Live free or Die Hard)
Stati Uniti; nel tumultuoso clima successivo ai fatti dell’undici settembre, le autorità sono pronte a valutare con la massima attenzione ogni minima minaccia alla sicurezza nazionale.Quando un gruppo di pirati viola il sistema informatico dell’FBI, gli agenti aprono una vasta operazione di caccia all’Hacker, ma gli uomini sulla lista dei sospettati sembrano morire in circostanze misteriose prima dell’arrivo delle autorità…Per velocizzare l’operazione, l’FBI si avvale della collaborazione dei vari dipartimenti di polizia, e l’agente MacClane (un Bruce Willis fisicamente sempre in grande forma…) viene incaricato di recuperare il giovane hacker Matthew Farrell (Justin Long) e consegnarlo alle autorità competenti.Quando dei killer armati fino ai denti e ben addestrati tentano di far fuori il ragazzo, MacClane capisce di trovarsi di fronte a qualcosa di grosso;intanto un attacco informatico capillare e condotto su più livelli getta nel panico l’intera nazione…
Len Wiseman, già regista di “Underworld” ed “Underworld: Evolution”, attualmente all’opera sul terzo capitolo della saga, (Underworld 3: The Rise of the Lycans, in uscita nel 2009), filma con “Die Hard, vivere o morire” un action movie stilisticamente discreto se non proprio mediocre, graficamente poco appagante, ma esagerato al punto giusto, ultratecnico per la gran parte (1) e finalmente manesco nell’ultima ventina di minuti.
Il film ha ritmo, ma certo non brilla per l’originalità, e si sente la mancanza del regista John Mc Tiernan (presente in veste di produttore nonostante la recedente condanna a 4 mesi di reclusione, per aver illegalmente tenuto sotto controllo dei telefoni nell’area di Hollywood….). Ispirato in parte ai personaggi di Roderick Thorp (2), ed in parte dall’apocalittico articolo “Addio alle armi” di John W. Carlin, apparso sulla prestigiosa rivista Wired nel 1997 (leggibile all’indirizzo http://www.wired.com/wired/archive/5.05/netizen.html), “Live free or Die Hard” evoca e risolve, in un gioco dalla ovvia funzione catartica, le peggiori paure dell’america post 11 settembre.
Eccezionale Bruce Willis, brava anche la poco nota Maggie Q.(3)
Un film piacevole, soprattutto per chi sia in grado di trascurarne i patetici intenti politici…
(1)I tempi sono cambiati, e se un tempo il “duro” MacClane poteva permettersi di risolvere le cose a modo suo, usando le maniere forti, e anzi compiacendosi qua e là d’essere “tutto muscoli e niente cervello” (come capitava spesso ai protagonisti di un certo tipo d’action movie molto in voga negli anni a cavallo tra ’80 e ‘90), oggi anche lui ha bisogno di un socio, almeno fino al confronto diretto con i temibili terroristi…
(2) dal romanzo “Nulla è eterno” di Roderick Thorp, edito in Italia da Sonzogno nella ormai defunta collezione “Diabolick presenta”, è stato tratto il primo episodio della tetralogia di Die Hard; le differenze tra il protagonista cinematografico e quello cartaceo cartaceo sono molte e molto profonde; in generale si può dire che MacClane abbia ereditato da Leland (questo il nome del protagonista di Thorp) una serie di tratti che rientrano perfettamente nei canoni dell’eroe da poliziesco d’azione: un meraviglioso cinismo, un machismo, non sempre ironico, che tocca l’apice nei dialoghi con l’antagonista (caratteristica questa, mantenuta fino ad oggi come ben dimostra il quarto capitolo della serie cinematografica), uno stoicismo ai limiti del masochismo…
(3) Cara al pubblico di Hong Kong per la sua apparizione in opere quali “Naked Weapon”, e “Gen-Y Cops” (il secondo poi proposto da Jackie Chan per la distribuzione negli Stati Uniti ), la ex fotomodella di origini vietnamite si è recentemente imposta all’attenzione del pubblico occidentale con un ruolo nel film Mission Impossibile III.
Labels: Bruce Willis, Cinema, Cinema Americano, Die Hard, Leland, Len Wiseman, MacClane, Maggie Q, Roderick Thorp
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