Monday, April 28, 2008

L- Boris Vian: Sputerò sulle vostre tombe

Lee Anderson è un “negro bianco” nell’ America degli anni ’40. Maltrattato e sfruttato, usato, fin da tenera età, più come schiavo che come servo, il ragazzo si rende conto che con la sua pelle chiara ed i capelli biondi, può forse fare qualcosa per vendicare il fratello, ucciso per aver corteggiato una donna bianca. Arrivato nella piccola cittadina di Buckton, il venticinquenne Lee trova impiego nella locale libreria, e, stretta amicizia con i rampolli delle famiglie più in vista della zona, congegna la sua vendetta: Sedurrà le due sorelle Asquith, figlie di un ricco piantatore di canna da zucchero (e dunque anche noto schiavista), per poi rivelare loro di essere nero…

Estate 1946; Boris Vian (1920-1959), ingegnere, trombettista jazz, cantautore, critico musicale, performer, ballerino, traduttore (sue le prime traduzioni europee di Chandler) e scrittore, incontra l’amico Jean D’Halluin (editore), impegnato nella ricerca di nuovi romanzi Hard Boiled americani per ampliare il catalogo della casa editrice Le Scorpion, della quale è titolare. Conscio delle regole di mercato, ma indispettito dall’ idiozia del pubblico (momentaneamente pronto a correre dietro ad un qualunque mediocre libercolo statunitense accompagnato dalla reputazione di opera violenta ed immorale), Vian propone all’amico di scrivere lui stesso un romanzo “americano”, ed in capo a quindici giorni consegna alle stampe Sputerò sulle vostre tombe.

Il romanzo, presentato come traduzione dell’opera prima dell’ immaginario “Vernon Sullivan”, un autore nero mai pubblicato negli USA per via dei suoi toni eccessivi, ottiene un successo immediato, ma nel 1947, svelato l’ escamotage, Vian viene condannato per offesa alla morale (ciononostante pubblica un altro paio di opere “di” Vernon Sullivan). Stroncato dalla critica, ma molto amato dal pubblico, adattato senza l’aiuto né il consenso dell’autore (1), Sputerò sulle vostre tombe (nell’edizione italiana il titolo è diventato Il colore della pelle) viene portato nelle sale dal quasi esordiente Michel Gast. Il 23 giugno 1959, durante una proiezione in anteprima della pellicola, Vian si alza indignato, inveisce contro regista e film, e si accascia a terra vittima di un infarto fulminante.

Il romanzo, costruito coniugando i modelli dell’ Hard-Boiled americano con quelli della letteratura razziale, che avrebbe avuto grande diffusione nei due decenni successivi in connessione con i vari movimenti (violenti e non) per i diritti dei neri, attinge ironicamente a quel repertorio di luoghi comuni, oggetti e marchi, che nel patrimonio culturale dell’europeo dell’epoca rappresentavano a pieno titolo gli Stati Uniti (dalla citazione di John Henry, protagonista della nota ballata folk, alle automobili, tutte rigorosamente americane, ai liquori, la musica jazz ecc.)(2).

Lo stile, volutamente americano, è gergale, secco, privo dei neologismi tanto amati dall’autore; le frasi, costruite in maniera anglosassone, hanno respiro più corto rispetto a quel del Vian surrealista. L’erotismo decadente che permea l’opera non è quello che nei grandi narratori degli stati del Sud assumeva, attraverso mille esagerazioni, valenze palesemente critiche(3), né quello compiaciuto e volgare di Henry Miller (il cui stile, tanto avversato da Vian, che nella prefazione lamentava tra le righe il cattivo gusto dell’autore del Tropico del Cancro, apriva in un certo senso la strada alla rivoluzione linguistica, tematica e ritmica dei beat)(4), ma semplicemente un mezzo, forse l’unico a disposizione del protagonista, per punire i buoni borghesi bianchi e bigotti, e l’autore lo affronta con cautela e senza lasciarsi andare.
Evidente l’influenza dell' opera di Cain(5), il cui assunto fondamentale (quello secondo il quale da un’incontenibile attrazione sessuale (illecita) non può che scaturire una tragedia) regola la meccanica del romanzo.

Il romanzo Sputerò sulle vostre tombe di Boris Vian è disponibile in Italia nelle due edizioni Marcos y Marcos e Mondadori, ai francofoni se ne consiglia comunque la lettura in lingua, abbordabile e, come di consueto, molto gratificante.


(1)Vian aveva richiesto che il suo nome fosse rimosso dai titoli di testa.
(2) Nell’insieme il romanzo testimonia, non senza effetti comici per il lettore informato sulla vicenda editoriale, il rapporto di amore-odio di un autore europeo per il nuovo mondo.
(3)Si pensi, a titolo d’esempio, all’eccessivo protagonista del romanzo Il bastardo di Erskine Caldwell, il quale, recatosi in un bordello, si concede un rapporto con propria madre.
(4) Ma i Beat, forti tra l’altro delle teorie dell’ eretico freudiano Wilhelm Reich, facevano affidamento su un’idea di sessualità ben diversa da quella di Miller.
(5)L’autore è citato dallo stesso Vian, ci sembra senza malizia, nel corso della breve ed ironica Prefazione.

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