L- Stephen Crane: Racconti del West
Stephen Crane, autore classico e tanto influente nella formazione di quello “stoicismo americano” sopravvissuto e ingigantito dalla “lost generation”, filtrato attraverso i beat e tutt’ora centrale nella letteratura americana, offre una serie di brevi affreschi persi tra Messico, Texas, Nebraska…Una serie di piccoli racconti western antecedenti alla nascita del genere, già segnati da tematiche quali l’eroismo forzato (sotto il quale si nasconde la paura degli “umanissimi” protagonisti non più in condizione di tirarsi fuori da situazioni che percepiscono come pericolossissime), l’erranza, il contatto con un “altro” considerato selvaggio e incontrollabile, e già alludono (si pensi a racconti quali “l’arrivo della sposa a Yellow Sky”, “Mezzogiorno” e “Chiaro di luna sulla neve”) alla “fine della frontiera”.
I personaggi che popolano questi brevi racconti sono uomini comuni, che, costretti a mettersi in gioco per le ragioni più disparate (dall’onore, centrale in “l’albergo azzurro” alla semplice ubriachezza dei ragazzi de “I cinque topi bianchi” ecc.), si riscoprono umani di fronte alla paura, e poco importa se poi di fatto non succede niente (come nel già citato “i cinque topi bianchi” che si chiude infatti con le parole “Non era successo niente”).
Questi racconti, che sembrano già contenere un abbozzo di ogni possibile sviluppo del western (l’influenza dell’ambiente sui personaggi, l’omologazione con la east coast intesa come terra morale/civile ovvero “paurosa”, la fine del banditismo, la sfiducia nell’onore…), si sottraggono ai facili stereotipi del genere, proprio inquanto incentrati su singoli individui, tanto più reali quanto più si ritrovano esitanti e insicuri di fronte all’eventualità della morte.
Labels: Crane, Letteratura, Letteratura Americana, Western
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