L- J.B. Nacray: Binario Morto
Un cadavere del tutto privo di segni particolari viene scaraventato dal finestrino di un treno notturno all’altezza di una piccola stazione nei pressi di Nizza; unico indizio: La foto di una vecchia villa, nota come “la villa del massacro” (per via di una vecchia strage mai risolta, ma ormai dimenticata), trovata in tasca alla vittima.
A Taffanelli, commissario nizzardo incaricato di svolgere le indagini, vengono affiancati “Pimpin” Van Impe, un ex Trotzskjsta che ha deciso di mettere la sua moralità al servizio della legge e Sandro, un ex musicista rock diventato miliardario grazie al lotto.
A più riprese gli uomini di potere cercheranno di far sospendere le indagini, ma i tre, mossi da semplice curiosità, moventi etici, o sete di vendetta decideranno di andare fino in fondo ( e venendo, loro malgrado, in aiuto al potere in fase di "pulizia" e "rinnovamento").
Fragmentario e disperso nei tre stili che lo compongono, punteggiato di minuscole incongruenze (parzialmente risolte dalla traduzione, proprio come lo stile risulta in parte omologato), “Binario Morto” nasce per gioco (sono stati poi gli editori di “Fleuve noir” a decretarne la pubblicazione immediata) dallo sforzo congiunto di tre autori tra i più noti del nuovo noir francese: Daniel Pennac, Jean-Bernard Pouy e Patrick Raynal; il brillante terzetto costruisce un buon thriller dai chiari risvolti politici, che supplisce con il gran ritmo e l’azione folgorante alla mancanza di continuità e alla scarsa definizione dei personaggi.
Labels: Letteratura, Letteratura Francese, Nacray, Pennac, Pouy, Raynal
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