Monday, May 22, 2006

C- Spike Lee: Inside Man


Quattro rapinatori travestiti da imbianchini irrompono in una delle più vecchie filiali della Manhattan trust, prendendo in ostaggio una cinquantina di persone tra clienti ed impiegati;
a negoziare con i rapinatori viene chiamato Keith Frazier (un Denzel Washington al massimo della forma).
Le cose si complicano quando l’influente Madeline White (Jodie Foster a suo agio nell’ennesimo ruolo da donna in carriera), accompagnata dal sindaco di N.Y. si presenta sul luogo del delitto pretendendo di aprire un secondo negoziato (i rapinatori sono già in contatto con la polizia) con il freddo Dalton Russell (il capobanda); la donna è pagata per offrire ai rapinatori un “piccolo incentivo” per lasciare la banca.
Frazier realizza ben presto che la rapina è solo un pretesto, e i rapinatori/sequestratori stanno solo cercando di prendere tempo.
Quando la polizia irrompe nella banca, ostaggi e rapitori indossano grosse tute e maschere, e, nonostante gli sforzi, anche interrogandoli tutti, risulta impossibile distinguere i colpevoli dagli ostaggi.
In seguito ad una rapida ispezione, la polizia si rende conto che nulla è stato sottratto alla banca, e che le armi con le quali i “rapinatori” hanno tenuto sotto sequestro cinquanta persone erano semplici giocattoli…
Cosa è successo nella banca? Dove sono finiti i rapitori? Perché sequestrare cinquanta persone, inscenando una rapina per non sottrarre niente? Da chi è pagata la ricca Madeline White , e per nascondere cosa?

Pensato come film di genere, ma zeppo di “messaggi politici” , spesso mal inseriti nel racconto, mal sviluppati(si pensi alle brevi parentesi antirazziste, ingenue e quasi ridicole nella peggior tradizione della sinistra americana di bassa lega) e, nella migliore delle ipotesi riducibili a abusati luoghi comuni, mal girato, secondo i consunti canoni del prodotto commerciale in stile cinema post-moderno (i punti stilisticamente più bassi sembrano stranamente incontrare i punti deboli della sceneggiatura), Inside Man è un bel prodotto commerciale, pronto per essere digerito, senza troppi problemi, da un ampio pubblico…
Le rare citazioni (es Denzel Washington cita “Quel pomeriggio di un giorno da cani” nel bel mezzo di un dialogo) palesate ad uso del pubblico, o decontestualizzate e reinserite in contesti impropri (es. l’ombra dell’agente Frazier proiettata sul muro al suo ritorno a casa richiama in maniera ovvia una delle più note immagini dello “Scarface” di H. Hawks) non impreziosiscono di certo un film di per se mediocre.
La sceneggiatura che, a detta degli addetti ai lavori dovrebbe costituire il punto forte del film,è ben scritta, precisa, e non priva di qualche tocco di genialità all’inizio, ma peggiora con lo scorrere della pellicola, fino allo svelamento dell’orribile, banalissimo, mistero, e crolla definitivamente sotto il peso “dei brutti finali”; sembra infatti che, indeciso sul da farsi, lo sceneggiatore Russell Gewirtz abbia inserito in sequenza i diversi, potenziali epiloghi (inutile dire che il risultato non giova ad un film di per se’ non eccelso).
Da segnalare anche la brutta colonna sonora, che fortunatamente accompagna solo poche sequenze del film.
Il vero mistero di “Inside Man” è forse da ricercare nell’ ingiustificata raccolta di ottime recensioni, e nei giudizi ammirati ottenuti…

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1 Comments:

At 8:36 PM, Blogger Hugo said...

a really good movie, i liked it so much.

 

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