Friday, June 23, 2006

L- Daniel Pennac: La Prosivendola

Buone notizie in casa Malaussène: la diciannovenne Clara, fotografa della tribù, ha deciso di sposarsi; Clarence di Sant’ Inverno, il promesso sposo ( “un Angelo” di 58 anni), è direttore del carcere sperimentale di Champrond (all’interno del quale in sostituzione della normale detenzione, i carcerati vengono avviati, o incoraggiati alla produzione artistica).

Di fronte alla determinazione di Clara, Benjamin (di per se' restio a consegnare "la sua piccola Clarinette" ad un uomo tanto più anziano di lei, e rappresentante dell'ordine, per quanto riformatore) è costretto a cedere, ma il giorno delle nozze lo sposo viene trovato morto (apparentemente in seguito ad un’inattesa rivolta dei detenuti); sulla scena del crimine l’immancabile commissario Rabdomant.

Benjamin, che ha intanto lasciato il suo lavoro da capro espiatorio presso le “Edizioni del Taglione”, viene ri-assunto dalla Regina Zabo per interpretare il misterioso scrittore JLB, (mitico inventore del “Realismo Liberale”, la cui identità è ancora ignota al pubblico) in un ciclo di conferenze.
La commedia non dura a lungo; durante la prima apparizione pubblica Malaussène/JLB viene colpito alla testa da un colpo d’arma da fuoco.
Chi può volere la morte di JLB, e perchè?


L’autore (incuriosisce ormai il suo possibile rapporto con la filosofia di René Girard), abbandonato momentaneamente il nocciolo filosofico/riflessivo delle precedenti opere (che sembra qui ridotto a temi ben più pratici quali l’eutanasia, la donazione di organi e la morte cerebrale) si dedica con precisione quasi meccanica ad una storia “giallo-nera” dal tono più classico (alcuni paragrafi richiamano alla mente le ben note sequenze di “La Sposa in nero” di Truffaut), senza per questo abbandonare il “depistaggio” (peraltro diffuso anche nei classici del genere) fondato sulla focalizzazione esterna (tecnica già usata anche in “la fata carabina”, ma che assume forse dimensioni ancora maggiori in questo terzo capitolo della saga familiare dei Malaussène).

Lo svolgersi dell’intreccio vede ridotto in secondo piano il personaggio di Malaussène (è infatti finito in coma in seguito alla ferita riportata), e si concentra/procede per azione dei due caratteri femminili di Julie e della Regina Zabo (meravigliosamente delineata, quest’ultima, attraverso i racconti fatti dall’amico Loussa all’incosciente Malaussène).
La triste uscita di scena dell’ispettore Van Thian (l’uomo dal viso di Ho-Chi-min e la voce di Gabin già noto ai lettori di “la fata carabina”) è controbilanciata dall’arrivo del piccolo “E’ Un Angelo” (il nome, come di consueto è stato scelto da Jeremy), e dalla relativa maturazione di Verdun, che, ormai in grado di camminare, si innalza al ruolo di “guardiana” del nuovo arrivato.

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