Sunday, August 24, 2008

L- Joe R. Lansdale: La sottile linea scura

Dewmont, Texas Orientale, 1958. Il tredicenne Stanley Mitchell Jr. e la sua famiglia (il padre ex-meccanico, la madre Gal e la sorella maggiore Caldonia) gestiscono un piccolo drive-in di provincia. Gli anni ’60 sono alle porte, ma la città è lontana, e la vita del paesino, ancora immerso in un clima da inizio ‘50, scorre tranquilla e senza sorprese tra piccoli pettegolezzi e scherzi più o meno innocenti; poi un cofanetto contenente vecchie lettere d’amore viene ritrovato nel boschetto adiacente al drive-in. Richard inizia incuriosito la lettura di centinaia di vecchi fogli ingialliti, ma un terribile segreto, sepolto nel passato della comunità, balza lentamente fuori dalle pagine.
Con l’aiuto della sorella Callie e del vecchio proiezionista Buster(1) il ragazzo decide di far luce sulla morte della giovane Margret Wood, autrice delle lettere, misteriosamente scomparsa nel 1945, ma per portare a termine le indagini dovrà vedersela con un fantasma senza testa che infesta la ferrovia, un predicatore folle, un nero geloso e manesco ed una coppia di insopportabili possidenti.

In La sottile linea scura si ritrovano tutti i temi classici dei romanzi di Lansdale, dall’amicizia ai rapporti razziali, dalle relazioni familiari al senso dell’onore, dall’orgoglio della working class alle contraddizioni dell’adolescenza.
La narrazione, piacevolmente modellata sui clichés del cinema anni ’50, è arricchita da una serie di preziosi tocchi vintage (dialoghi usciti dritti dritti da Happy Days, marchi classici, drive-in, coca-cola alla ciliegia e milk-shakes alla vaniglia, cheerleaders, giocatori di football, automobili hot-rod, ragazzi imbrillantinati, letteratura pulp, trasmissioni televisive, cinegiornali ecc.).
Il ritmo è serrato, l’intreccio è ben costruito e privo di tempi morti.

I romanzi di Lansdale sono tanto americani da mettere chiunque a suo agio, abbastanza avvincenti da portare ogni lettore fino all’ultima pagina, ma anche sufficientemente profondi da puntare il dito sulle contraddizioni e i problemi irrisolti dell’America attuale.

Il romanzo La sottile linea scura di Joe R. Lansdale è edito in Italia da Einaudi.



(1) Tra gli archetipi junghiani, molti dei quali utilissimi per le analisi narratologiche, ve ne è uno, quello del Senex, che, almeno nella forma del “vecchio saggio”, svolge un ruolo essenziale nelle fiabe, nei romanzi cavallereschi (es. Merlino), di formazione (Geppetto, ma anche il "grillo parlante" in Pinocchio) o d'avventura. Nel Texas Orientale dell’antirazzista Joe R. Lansdale, autore la cui produzione è costituita quasi per intero da romanzi di formazione, il “wise old man” assume in genere i tratti di un anziano uomo di colore, emarginato perché nero, ma pronto ad offrire al protagonista un aiuto prezioso. Se però il Senex (si prenda per esempio lo “Zio Pharaoh” di L’ultima caccia) si limita in genere a raccontare storie e offrire consigli, o preparare l'eroe per la sua avventura, il vecchio alcolizzato (e dunque, non così saggio) “Buster”, che di questa figura classica della narrazione rappresenta una riuscita umanizzazione, prende parte all'azione in prima persona e, oltre a insegnare a Richard i rudimenti dell’indagine poliziesca (appresi sul campo, ma corretti nel confronto con i romanzi di Sherlock Holmes), viene alle mani con il violento Bubba Joe.

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