Tuesday, June 24, 2008

L- Don DeLillo: I nomi

Inizio anni ’80. James Axton è un americano ex-scrittore freelance trasferitosi ad Atene ed impiegato come analista di rischio per conto di una compagnia assicurativa.
Durante una visita all’isola di Kouros, dove Kathryn e Tap (rispettivamente ex-moglie e figlio di James) si sono stabiliti, l’americano viene a conoscenza di un misterioso delitto rituale: un vecchio isolano è stato ucciso a colpi di martello. L’arma utilizzata, ritrovata sul posto, porta incise sul manico le iniziali della vittima.
Il vecchio Owen Brademas, direttore degli scavi archeologici ai quali Kathryn lavora come volontaria, pensa che il delitto possa essere stato commesso nell’ambito di un misterioso culto i cui adepti, ossessionati dalla conoscenza delle lingue e dei caratteri alfabetici, hanno fatto una breve apparizione sull’isola per poi scomparirne senza lasciare traccia.
La vita di tutti i giorni, spesa senza piacere tra viaggi di lavoro(1) e cene con un folto gruppo di compatrioti (stretti più dal comune sentimento d’esilio che d una vera simpatia o amicizia) allontana Axton dallo svolgimento delle indagini, ma il riconoscimento di un paio di omicidi rituali avvenuti in luoghi geograficamente distanti, collegati al primo dal ricorso al medesimo modus operandi, e la presunzione di aver intuito il disegno dei fanatici, lo costringono a ritornare sul caso; intanto un misterioso greco che professa apertamente idee anti-americane lo accusa di lavorare per la CIA

Scritto nel 1982 al termine di un lungo viaggio compiuto in medio oriente ed India e durante una permanenza in Grecia durata più di tre anni, I nomi svolge, entro la forma del giallo (anche se, poggiando sui reiterati incontri del protagonista con i fedeli del culto che sembrano preludere ad un confronto violento e generano tensione nel lettore, qualcuno ha giustamente parlato di thriller)(2) e, in misura minore, del racconto di spionaggio, una riflessione sul linguaggio complessa e frammentaria, che costringe il lettore ad un duro (e spesso anche poco gratificante) esercizio ermeneutico.
Meravigliosa la scelta degli ambienti, perfetti, con la loro esemplare solitudine, come cornici per la vicenda umana di Axton, ben più riuscita e chiara dell’intreccio giallo, o della (spesso) ostica riflessione e sperimentazione(3) linguistica.

Il romanzo I nomi di Don DeLillo è edito in Italia da Einaudi.



(1) L’attività di James, svolta con l’ausilio di una serie di corrispondenti locali per conto di una compagnia d’assicurazioni americana, consiste nella raccolta e nell’organizzazione di dati inerenti alla stabilità dei paesi mediorientali.
(2) La trama “gialla” del romanzo è un semplice pretesto e non regge al vaglio degli appassionati di enigmistica. Si sconsiglia la lettura dell’opera a chiunque stia cercando il classico romanzetto giallo da leggere sotto l’ombrellone.
(3) Nella ultima sezione, intitolata La prateria, sembra di trovarsi di fronte ad una serie interminabile di refusi desiderosi d’attenzione, ma ecco che, spiegato l’inghippo, si scopre una curiosa (si, questa volta il meccanismo è gratificante) rivelazione sul passato di uno dei personaggi principali dell’opera.

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