Wednesday, September 23, 2009

Luca Rinarelli: In perfetto orario


“Premette il grilletto.
Senza alcun rumore.
In perfetto orario.” (1)

Torino, novembre 2005. Un treno in arrivo da Milano centrale raggiunge la stazione di Porta Nuova; sono le due e ventotto della notte, e in giro non c’è quasi nessuno. Un uomo sulla quarantina scende senza fretta da uno scompartimento semivuoto; indossa un pesante parka blu e porta in spalla zaino e sacco a pelo. Esce dalla stazione guardandosi intorno incuriosito –sono alcuni giorni che manca da Torino, e non si aspettava di trovare tanti cantieri aperti- e si allontana senza fretta lungo corso Vittorio. È in perfetto orario. Pochi isolati dopo, svolta e si infila in una mansarda sfitta di Via Galliari, quartiere San Salvario. Srotola a terra il sacco a pelo, si stende e aspetta. Un movimento dietro le tende rosse dell’appartamento dal lato opposto della strada lo avvisa che è ora di agire. L’uomo, Werner Hartenstein, ex agente segreto della DDR e killer freelance, estrae dallo zaino i pezzi di un fucile di precisione e li monta senza fatica, controlla il bersaglio grazie al mirino telescopico, e tira il grilletto. In perfetto orario.
Dentro l’appartamento con le tende rosse, la bella Irina, professione prostituta, scopre, terrorizzata, la morte del suo cliente…

Potrebbe finire tutto qui, con l’uccisione pulita e silenziosa di un dirigente d’azienda, ma ci sono azioni, gesti ripetuti anche mille volte, che d’improvviso, pur se eseguiti in maniera precisa, rigorosa, “in perfetto orario”, scatenano lunghe reazioni a catena; così, mentre il cadavere di Carlo Mariani, un tipo anonimo, un qualunque uomo di mezza età, resta inosservato nell’appartamento di via Galliari, la deriva morale di una serie di personaggi –un’incerta studentessa del DAMS, un killer solo apparentemente senza cuore e il suo “sensibile” mandante, una prostituta che scopre il fascino della “vita tranquilla”, un clochard vendicatore e un timido autista di pullman-, diventa deriva geografica (o “psicogeografica” in senso situazionista e debordiano), dando vita ad una serie di inseguimenti e fughe, incontri e scontri, sullo sfondo di una città piena di cicatrici: i cantieri aperti in vista delle prossime olimpiadi invernali, segni di un “lifting” che, come di consueto, non ha investito le zone periferiche (o, quando lo ha fatto, ha ottenuto effetti semplicemente disastrosi)…
In perfetto orario, esordio letterario del trentaquattrenne Luca Rinarelli è un romanzo limpido, ritmato, stilisticamente misurato, attraversato da una piacevole qualità fotografica(2) che lascia spazio, nelle scene d’azione, a una tecnica chiaramente cinematografica; un’opera che coniuga buona scrittura, perfetta conoscenza dei luoghi(3), intreccio e personaggi credibili, con una palpabile e apprezzabile tensione sociale priva di moventi estetici (4) e distante da ogni facile soluzione politica.

Il romanzo In perfetto orario, di Luca Rinarelli, è edito da Robin editore.



(1)Luca Rinarelli, In perfetto orario, Robin, Roma 2009, p.14
(2)L’esperienza fotografica dell’autore diventa palese nel gusto per la composizione del quadro e per il particolare cromatico (tende rosse, K-way giallo limone, statua illuminata di giallo rosso e verde, parka blu scuro, pareti grigio-beige ecc. ecc.), e nella precisione delle descrizioni ambientali.
(3)Se i lavori fotografici raccolti nel percorso La sconfitta dell’uomo meccanico – scatti dall’ex capitale industriale(2003) mostravano la profonda conoscenza del capoluogo piemontese (osservato anche e soprattutto nelle sue zone periferiche e in decadimento) da parte di Luca Rinarelli, nel romanzo In perfetto orario, l'osservazione puramente esteriore dei luoghi (sia pure quelli meno noti e più inaccessibili) cede spesso il posto ad un’esperienza da “abitanti” (emerge, tanto per fare un esempio, nello sguardo scettico gettato dai personaggi sui cantieri aperti in corso Vittorio); così, Torino, lungi dall’essere sfondo inerte per le avventure di personaggi provenienti da chissà dove, diventa elemento essenziale, influenzando (a volte anche in maniera profonda, come nel caso dell’ultimo incontro tra Irina e Werner, o tra Giulia e Andrea) lo svolgimento della trama.
(4)Non c’è traccia, tra le righe di In Perfetto orario, del “poverismo” beat o della fascinazione noir-beat(penso ad autori quali David Goodis e Stanley Ellin, ma in fondo anche del Woolrich di L’angelo nero) per i bassifondi e i loro abitanti; piuttosto una conoscenza diretta e profondamente empatica della realtà locale: da anni, infatti, l’autore fa parte di un’associazione che si occupa di persone senza fissa dimora.
(Foto: Guardaroba di Luca Rinarelli)

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1 Comments:

At 3:39 AM, Anonymous Anonymous said...

necessita di verificare:)

 

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