Thursday, December 10, 2009

Assegnato a "Morte a Firenze" di Marco Vichi il Premio Scerbanenco 2009

È stato reso noto ieri sera a Courmayeur: è Marco Vichi, autore del romanzo Morte a Firenze, il vincitore dell'edizione 2009 del Premio Scerbanenco.
Nonostante l'ovvio ritardo, continueremo, qui, quell'analisi dei romanzi arrivati in semifinale che ci ha portato, per ora, alla pubblicazione delle recensioni di Un bell'avvenire di Marco Videtta, Verde Napoletano di Letizia Triches e Un nuovo inizio di Vincenzo Maimone.
A questo punto, però, mi pare d'obbligo violare l'ordine di pubblicazione dei pezzi, inserendo la recensione del romanzo vincitore.

Recensione di Carlo Frilli per Genova Nera

Se volete leggere un libro che superi il puro e semplice divertissement l'ultimo di Marco Vichi Morte a Firenze è quello che fa al caso vostro. Il suo Commissario Bordelli con la sua malinconica solitudine che cerca di farsi compagnia con l'inseparabile sigaretta, indaga su uno dei più atroci delitti. Il corpo nudo di un bimbo appena tredicenne viene ritrovato privo di vita nel bosco, prima di venire ucciso il piccolo è stato violentato e seviziato. La pioggia è l'elemento di disturbo alle indagini di Bordelli, sembra quasi che ogni traccia sia stata portata via dall'incessante acqua che cade su Firenze in quei lunghi giorni dell'ottobre del 1966. L'atmosfera e l'umore cupo del commissario danno vita a un'indagine lenta e stanca a cui si aggiungono i ricordi ossessionanti di guerra, una guerra che ha lasciato il segno su Bordelli. Ma Vichi è in questo uno dei più bravi narratori del panorama nazionale, riesce infatti a far scorrere il suo romanzo come l'Arno di quei giorni, un fiume in piena che porta il lettore a consumare le pagine una dietro l'altra con l'ansia crescente di dover e voler insieme terminare il libro rimandandoci al già atteso prossimo.
Che sia Firenze, Milano, Genova o Licata il luogo d'ambientazione se un romanzo è bello poco dovrebbe interessare al lettore, la città fiorentina di quei giorni prende vita nelle pagine scritte da Vichi, ci sembra di percepire lo stato d'animo degli abitanti, la sensazione di impotenza di fronte ad una catastrofe naturale come un'alluvione è del tutto simile allo stato d'animo di Bordelli d'innanzi all'efferato caso di omicidio a cui indaga. Il suo disagio e malessere nel ritrovamento del bambino morto riportano Franco Bordelli ai morti della guerra, nei suoi occhi è come se potessimo vedere l'orrore provato da un soldato nell'uccidere suoi simili e nel vedere i loro corpi abbandonati nella terra come quello del piccolo Giacomino. Il suo carattere deciso e la sua onesta ostinazione lo porteranno a cercare il colpevole per le giuste vie, a percorrere quei viali delle Cascine e a risolvere infine il caso. Amaro, doloroso, coinvolgente ed intenso è un romanzo da consigliare a tutti coloro che amano leggere.

Vincitore del premio Scerbanenco 2009, il romanzo Morte a Firenze, di Marco Vichi, è edito da Guanda.

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