Tuesday, May 12, 2009

L- Stefano Di Marino: Pietrafredda



Chance Renard, “il professionista” è tornato a Parigi per vendicare la morte della bella Lana e lasciarsi finalmente il passato alle spalle, ma in città c’è una taglia su di lui, e anche ammesso che riesca ad andarsene in giro liberamente, l’uccisione del caid Mbarrek, nome di punta della nuova criminalità parigina e responsabile dell’omicidio, non è una cosa che si possa portare a termine da soli, neppure con un passato da legionario, un’etica da samurai, una mira infallibile e tutta l’esperienza del mondo. Neppure essendo “Il Professionista”. Così Renard, assunta la sua nuova identità di Pietrafredda (“pietra fredda” proprio come quella che la morte di Lana gli ha “lasciato dentro” e che, al momento della vendetta, “diventa rovente nel tempo di un respiro”(1)), raduna una serie di alti dignitari della mala parigina e un paio di agenti di polizia spinti da motivi personali e, stabilita una tregua, organizza un’imboscata nel bel mezzo del modernissimo quartiere della Défense.

Ultimo capitolo delle avventure del "professionista"(2), rapido, teso, violento, pirotecnico e ipercinetico, assolutamente privo di punti morti, traboccante esotismo, un po’ spaghetti western e un po’ film noir a là Melville(3), un po’ HK. action o Heroic Bloodshed stile John Woo(4), un po’ romanzo di Simonin(5) o Le Breton, e un po’ Peckinpah, insomma, perfetta miscela di clichés di genere, caratteri neo-pulp e riferimenti classici, Pietrafredda è un piccolo capolavoro della nuova narrativa d'azione italiana.

Il romanzo Pietrafredda di Stefano Di Marino è edito da Perdisa.



(1) Stefano Di Marino, Pietrafredda, Perdisa, Bologna 2009, p. 103.
(2) Il ciclo di avventure del "professionista" si è aperto nel 1995 con Il Professionista: raid a Kourou, (segretissimo 1279); da allora il personaggio è apparso, in veste di protagonista o comprimario, in oltre 40 avventure. Ma non si scoraggino i nuovi lettori: Pietrafredda si regge da se', e meravigliosamente...
(3)Di Marino cita esplicitamente Le Samurai, notissimo film del 1967 maldestramente proposto in Italia con il titolo di Frank Costello faccia d’angelo.
(4) I riferimenti al meraviglioso The killer, rilettura honkonghese del già citato film di Melville si sprecano, ma la lunga sparatoria finale di Pietrafredda rimanda piuttosto alla serie A better tomorrow o alla chiusura di Hard Boiled, altro capolavoro del maestro hongkonghese.
(5) Ad Albert Simonin, nome di spicco del primo polar e autore di un noto dizionario d’argot risale la popolarizzazione del termine "Grisbi" (Cfr. Albert Simonin, Touchez Pas Au Grisbi, Paris 1953, Tr. it Grisbi di Franco Salerno riveduta e aggiornata da Andrea Carlo Cappi per Sonzogno, collana “Diabolik Presenta”), usato nel testo da Titi (cfr. p. 99). Il romanzo Grisbi fu portato sugli schermi nel 1954 nell'omonimo film diretto da Jacques Becker e interpretato da Jean Gabin e René Dary.

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