Friday, April 24, 2009

L- Joyce Carol Oates: Acqua Nera


“…perduti, Senatore? Questa strada è così…” “….Ti ho detto di non preoccuparti, Kelly!”… un’occhiata di sbieco, un sorriso stiracchiato che raggrinzava gli angoli degli occhi venati di sangue… “arriveremo a destinazione, e ci arriveremo in tempo”(1)

4 luglio, metà anni ’90. Grayling Island, Maine. Una lucida Toyota nera corre a tutta velocità lungo uno sterrato; è sera, e gli alberi flessi verso l’interno riducono drasticamente la visibilità. L’uomo al volante, un senatore degli Stati Uniti, un uomo grande e rassicurante, un guidatore aggressivo e alticcio, macina la strada con aria sicura: gli restano solo pochi minuti per raggiungere il traghetto che porterà lui e la sua nuova giovane amica Elizabeth “Kelly” Kelleher, una ventiseienne appena conosciuta nel corso di un esclusivissimo party, verso la terra ferma; verso una stanza d’albergo. Poi, nel bel mezzo di una curva, i pneumatici smettono di mordere il fondo polveroso e l’auto, impazzita, sfonda un vecchio guard-rail arrugginito, esce di strada e finisce nell’acqua nera e fonda dell’“Indian river”.
A vederlo dall’alto dello sterrato lo si sarebbe detto un innocuo fiumiciattolo, poche dita d’acqua quasi stagnante, e invece li corso d'acqua è abbastanza profondo da inghiottire la Toyota e togliere la vita alla giovane Kelleher, rimasta incastrata.

Ispirato al vergognoso incidente di Chappaquiddick(2), che segnò la fine della carriera politica del senatore “Ted” Kennedy (altrimenti probabile candidato alla Casa Bianca nel corso delle seguenti elezioni presidenziali) Acqua nera rappresenta, nelle intenzioni dell’autrice, il prototipo delle relazioni tra uomini maturi e "in vista" e giovani donne innamorate.
La narrazione in prima persona alterna ricordi e riflessioni, impressioni e brani di dialogo in una serie di schegge temporalmente confuse (sempre più confuse man mano che la coscienza abbandona la ragazza e i ricordi le affollano la mente mescolandosi e correggendo la sua imprecisa visione della realtà per darle un ultimo barlume di speranza), come tasselli disordinati di un malconcio mosaico che il lettore, abbandonato nell’auto con la ragazza morente, non può fare a meno di ricostruire.
Opera lucidissima, claustrofobica e disturbante, Acqua Nera concilia sperimentazione linguistica e critica politica(3) e sociale(4) in un piccolo terribile, perfetto congegno narrativo.

Il romanzo Acqua Nera di Joyce Carol Oates è edito in Italia da Il Saggiatore (NET).


(1) Joyce Carol Oates, Acqua Nera, Anabasi, Milano 1993, p. 32.
(2) Il 18 luglio 1969 un’automobile guidata da Edward “Ted” Kennedy uscì di strada finendo in uno dei canali dell’isoletta di Chappaquiddick; l’incidente costò la vita a Mary Jo Kopechne (già segretaria di Robert Kennedy durante le presidenziali del 1968), che avrebbe chiesto, secondo alcune testimonianze più o meno attendibili (al party dal quale i due si erano appena allontanati erano presenti solo amici, parenti e sostenitori del guidatore: tutte persone che non avrebbero esitato a mentire pur di proteggere la reputazione di un “uomo rispettabile”, felicemente sposato), un passaggio all’allora senatore Kennedy.
Il sommozzatore John Farrar, accorso sul posto in seguito al rinvenimento dell’auto, ha dichiarato che la presenza di bolle d'aria nell’abitacolo (fatto deducibile dalla posizione del cadavere) avrebbe permesso alla ragazza di sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi; secondo questa testimonianza la responsabilità della morte di Mary Jo Kopechne sarebbe stata, dunque, completamente imputabile al senatore Kennedy, colpevole (almeno) di omissione di soccorso (trattosi in salvo, l'uomo non pensò a chiedere aiuto, in quanto confuso da un colpo alla testa, o almeno questo si legge nelle sue dichiarazioni dell'epoca). Il 25 luglio del 1969 Ted Kennedy fu condannato, per volontà del giudice James Boyle, a due mesi di reclusione. La pena fu immediatamente sospesa.
(3) Oltre a condannare in maniera esplicita i repubblicani Reagan e Bush Sr., J.C. Oates propone la guerra del Vietnam come simbolo della politica democratica, critica la prima guerra del Golfo e la pena di morte (tentando, in quest’ultimo caso, di portare in luce gli aspetti disumani nascosti dietro alle moderne pratiche di somministrazione della “giustizia” somma…) ecc.
(4) Tra i temi trattati spicca quello del confronto generazionale, soprattutto in ambito morale: una delle principali, inutili, preoccupazioni della morente ventiseienne Elizabeth Kelleher, è infatti quella di di convincere sua madre di “non essere una facile”...

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