Thursday, October 02, 2008

C- Joel e Ethan Coen: Burn After Reading. A prova di spia

Incapace di accettare la proposta dei superiori (che intendono declassarlo, in quanto alcolizzato, da analista impegnato nell’osservazione dell’area dei Balcani a semplice agente del dipartimento di stato) l’agente CIA Osbourne Cox (John Malkovich) si dimette dal suo incarico, e inizia a scrivere una serie di memorie che ritiene “esplosive”.

Involontariamente masterizzato, in mezzo a un mucchio di documenti relativi a movimenti bancari, da una moglie infedele (la sgradevole Tilda Swinton) che ha segretamente iniziato le pratiche di divorzio(1), il file contenente le memorie di Cox viene smarrito da una segretaria distratta, e ritrovato da Linda Litzke (Frances McDormand)  e Chad Feldhemier (Brad Pitt), ingenui dipendenti della palestra “Hardbodies”.

Decisi a non voltare le spalle alla buona sorte, i due tentano di ricattare il pericoloso Cox, poi, incapaci di ottenere da questo la somma richiesta, vendono le informazioni ai russi. La  CIA è in agguato, ma, grazie a una serie di sfortunati eventi, l’“intrigo internazionale” si risolve senza l’intervento dell’agenzia.

 

Il genere comico-spionistico non è certo nuovo: in ambito letterario lo ha lanciato forse Graham Greene nel 1958, con il romanzo “Il nostro agente all’Avana”, e in ambito cinematografico, gli esempi (che vanno dallo stesso “Our man in Havana”, portato sugli schermi da Carol Reed ed interpretato da Alec Guinness nel 1959, a “True Lies” di James Cameron) sono tanti, e tanto noti, che forse non vale neppure la pena di citarli. Con Burn after reading i Coen costruiscono, riutilizzando il tema dell’“ingenuo borghese” catapultato nel mondo chiuso e “misterioso” dello spionaggio, un intreccio confuso, attuale(2), complesso, divertente, ridicolo, ma tutto sommato già visto.

Girato e montato in maniera piatta e senza particolari virtuosismi (ricorda anzi, in alcuni tratti come le brevi carrellate aere ecc., i prodotti televisivi d’alto livello tanto in voga negli ultimi anni…), affetto, per tutto il primo tempo, da una pesante mancanza di ritmo,  Burn after reading, che segna, dopo il serioso Non è un paese per vecchi, il ritorno dei Coen alla commedia, funziona soprattutto in virtù di dialoghi brillanti e di personaggi simpatici, strampalati, umani, ben interpretati da un cast di grandi professionisti.

 Un film piacevole e poco impegnativo, che non annoia, ma neppure illumina.

 

 

(1) La Swinton è pronta a lasciare il noioso (ma affidabile) Malkovich, per l’affascinante donnaiolo George Clooney, il cui personaggio è forse uno dei più riusciti del film.

(2) Il soggetto dei Coen si nutre di stereotipi assolutamente aggiornati (il trainer Chad Feldhemier, incapace di staccarsi dal suo I-pod, l’attempata Linda Litzke iscritta ad un servizio di dating sul Web, l'anziano responsabile della palestra sospettoso nei confronti della tecnologia...), e punta chiaramente il dito su alcuni discutibili aspetti della realtà contemporanea: si osservi, per esempio, che l’intera vicenda, destinata a sciogliersi da sé in seguito al rifiuto di Cox di pagare per riavere le sue memorie, si complica grazie alla determinazione di Litzke/McDormand, decisa a “re-inventare il proprio look” e dunque bisognosa di denaro.

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