Sunday, August 19, 2007

L- James Crumley: La terra della menzogna

Foto: L'autore James Crumley

Milo Milodragovitch, ex poliziotto, ex investigatore, ex militare (…), è stato un uomo d’azione, ma ormai non è più un ragazzino; più che sessantenne, Milo si è trasferito in Texas per amore della rossa Betty Porterfield, e anche se pensa spesso al Montana (“Il Montana mi sembra proprio l’idea che un ragazzino potrebbe farsi del Texas a forza di sentir parlare i texani” dichiara John Steinbeck nel suo “Viaggio con Charley”), riesce a tirare avanti occupandosi della gestione di un bar di sua proprietà, e concedendosi, come diversivo, qualche sporadico lavoretto da investigatore di mezza tacca.

Assunto da un marito geloso per recuperare una giovane moglie in fuga, Milodragovitch si ritrova quasi testimone di un omicidio avvenuto in una bar (con annessa sala da biliardo) posto ai confini dell’Hill Country.

Costretto dalle autorità a collaborare alle ricerche dell’assassino, Milo si trova ben presto coinvolto in un affare molto più complesso del previsto fino a perdere, tra grandi trafficanti e miseri spacciatori, speculatori edilizi e ricchi petrolieri, avvocati corrotti e sbirri sopra le righe, violenze sessuali, truffe e omicidi, le ultime tracce di innocenza e quel poco di fiducia nel mondo ancora concessa ad un sessantenne che già credeva di averle viste tutte…

Ambientato in Texas, ma influenzato (stilisticamente e tematicamente) più dalla frequentazione dei maestri dell’hard-boiled urbano (Raymond Chandler (1) su tutti, ma anche Dashiell Hammett, che è infatti citato dal protagonista…) che dal noir provinciale e rurale (à la Lansdale, ad esampio ) o dal Jim Thompson di “Colpo di spugna” (eco del quale sembrano comunque riemergere qua e là…), “La terra della menzogna” è un opera amara al punto giusto, tanto intricata da rischiare di confondere i lettori meno smaliziati, e non solo loro.
Ben scritto (seppure secondo i canoni ristretti, e dunque vagamente omologanti, del moderno realismo americano ) nonostante qualche scivolata in facili volgarità, vivido, crudo, violento, il romanzo sembra segnato da piccoli squilibri ritmici (vi si trovano parti decisamente lente che cedono il passo, senza soluzione di continuità, a momenti d’azione frenetica), che tendono a normalizzarsi verso la conclusione dell’opera.
L’autore James Crumley, texano, 1939, è un altro rappresentante di quella generazione (quella di C McCarthy e Lawrence Block, per capirci), che a tutt’oggi sembra essere l’ultima in grado di avvicinarsi con discreto successo al grande noir americano.
Sconsigliato a chi abbia difficoltà a tenere a mente una trentina di personaggi spesso appena abbozzati (ma comunque essenziali per seguire l’azione) o a rimettere insieme i pezzi di una trama molto intricata, consigliato agli altri.

Il romanzo “La terra della menzogna”(2) di James Crumley è edito da Einaudi.

(1) L'autore, che in genere ama definirsi "il figlio bastardo di Raymond Chandler", ha inoltre dichiarato, nel corso di un' intervista:“Saccheggio Chandler a piene mani” .

(2) “La terra della menzogna”, del 1983 è la terza ed ultima avventura di Milo Milodragovitch; le altre due ( “Il caso sbagliato” (1975) e “Dalla parte sbagliata” (1983)) sono, al momento, fuori edizione.

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