L- William Least Heat Moon: Strade Blu
17 febbraio 1978: William Trogdon, professore di Inglese al college di Columbia, Missouri, riceve la notizia del suo licenziamento dovuto al “calo degli iscritti”; in cerca di un po’ di conforto, telefona alla moglie dalla quale è separato da nove mesi (non senza essere convinto di poter risistemare, prima o poi le cose), ma la donna, per tutta risposta, annuncia di aver trovato un nuovo fidanzato.Convinto di essere “sul punto di esplodere”, Trogdon decide di risistemare il suo vecchio furgone Ford ribattezzato Ghost Dancing(1)) e, ripreso il suo nome indiano di Least Heat Moon (in quanto secondogenito e dunque figlio minore di “Heat Moon”), lanciarsi in un viaggio circolare attraverso l’America.
Nasce così “Strade Blu” (2) di Least Heat Moon, insieme saggio sull’America periferica e dimenticata (corredato da ampie note storiche), studio di geografia umana, ma anche diario di un uomo che, in perfetta sintonia con la letteratura classica americana, spera di poter cambiare se stesso (e affermare se stesso) nel viaggio(non a caso la fonte letteraria più citata da Trogdon è proprio il Whitman autore del “Canto della strada” e di “Odo l’America cantare”). Rimaneggiato per quattro anni (1978-1982), rifiutato da una serie di editori (la prima edizione è del 1983; nei 5 anni che separano la conclusione del viaggio dalla pubblicazione del libro l’autore si è visto costretto ad adattarsi a lavori di ogni genere)“Strade blu” è una lunga galleria di luoghi e personaggi che, per un motivo o per un altro, volontariamente o involontariamente, sono rimasti “esclusi” dall’inesorabile processo di rimodernamento, omologazione, dall’ edilizia selvaggia, e da tutti quei fenomeni che hanno investito le zone strettamente urbane.
Impropriamente paragonato a “Sulla strada” di Jack Kerouac (nel quale, come dichiara Least Heat Moon, si viaggia pochissimo), “Strade Blu” è un ottimo esempio di narrativa di viaggio, impreziosito da descrizioni ambientali degne di J. Steinbeck, rimodellato attraverso un estesissimo lavoro di ricerca storica, ed un gusto (talvolta persino eccessivo) per le citazioni colte; come unico aspetto negativo si può forse indicare la tendenza dell’autore a scivolare in riflessioni misticheggianti che suonano poco originali (chissà, forse anche poco sentite…), o per lo meno difficilmente conciliabili con l’adesione al pragmatismo (di stampo tipicamente americano, e anzi “ultra-americano” proprio perché ri-usato in chiave antiamericana) rinnovata in molte occasioni.
“Strade Blu” di William Least Heat Moon è edito da Einaudi.
(1) il "Ghost dancing" è un culto diffusosi tra i pellerossa nel momento di massima pressione dei coloni bianchi sulle tradizioni "indiane"; danzando in onore degli antenati i pellerossa speravano in un ritorno all' "età dell'oro" precedente alla comparsa dei bianchi...
(2) L'espressione "Blue Highways", coniata dall' autore è diventata poi un modo di dire comune.
Labels: Kerouac, Least Heat Moon, Letteratura, Letteratura Americana, Narrativa di Viaggio, Steinbeck
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