C-James Foley: Perfect Stranger
Rowena (la bella Halle Berry, che dava miglior mostra di se nel divertente “Cat Woman”) è una giornalista che si occupa di servizi scandalistici per il Chicago Tribune; lei ed il suo socio Miles (Giovanni Ribisi) sono disposti a tutto per i loro servizi, che vengono poi pubblicati sotto lo pseudonimo di “David Shane”.
Il film si apre con una nota critica verso la censura editoriale (ma lo spettatore non deve aspettarsi troppo, non si tratta che di un pretesto per dare l’avvio all’intreccio); si assiste senza emozione all’ira di Rowena che lascia il lavoro al giornale in segno di protesta, solo per mettersi ad indagare per conto suo seguendo una traccia indicatale dall’amica Grace (Nicki Aycox). Secondo la bionda Grace il noto pubblicitario Harrison Hill (Bruce Willis, unico attore veramente convincente in un cast mediocre) sarebbe stato coinvolto in una serie di relazioni extraconiugali con varie segretarie, tutte abilmente messe a tacere.
Quando Grace viene trovata morta, Rowena non ha altra scelta che infiltrarsi nella compagnia di Hills, ma forse le cose non stanno esattamente come ci si aspetta…
Primo film girato a Ground Zero, “Perfect stranger” è una pellicola mediocre, che poco convince per una serie di motivi che vanno dalla scarsa ispirazione del regista, allo scarso impegno degli attori, passando per un soggetto ed una sceneggiatura non eccelsi, tanto che, per sciogliere il mistero che con lo scorrere del film diventa sempre più intricato (tanto che lo stesso regista ha filmato tre diversi finali, con tre diversi assassini…), c’è addirittura bisogno di riproporre dei dialoghi già visti, ma modificandone il contenuto (certo, forse questi dialoghi si modificano, nella mente degli interlocutori originari, alla luce delle nuove informazioni ottenute, e dunque lo fanno anche sullo schermo, e lo spettatore più attento può cogliere quella differenza nell’uso di un vocabolo che indica “chiaramente” l’assassino, ma questa ci sembra una soluzione narrativa troppo geniale, se accostata alla mediocrità del film…).
Un film che non vale il prezzo del biglietto, e, tanto meno, quello della produzione.
Labels: Bruce Willis, Cinema, Cinema Americano, Halle Berry, James Foley
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