Tuesday, March 06, 2007

L- Mickey Spillane: Ti ucciderò (I, the jury)


Jack Williams, ex poliziotto tornato invalido dalla guerra, e ridottosi a lavorare per una compagnia di assicurazioni, viene trovato morto nel suo appartamento; è l’opera di un sadico, che dopo aver sparato un colpo da una .45 silenziata al ventre dell’ uomo, si è divertito a guardarlo strisciare sul pavimento per raggiungere la pistola poggiata su di una sedia poco distante,ma, ciononostante, per la polizia, si tratta di un comune caso di omicidio.
Il detective privato Mike Hammer, legato alla vittima da una vecchia amicizia (nata sotto le armi) non ha nessuna intenzione di lasciar fare alla legge, e giura, di fronte al cadavere del vecchio compagno (e sotto gli occhi dell’amico Pat Chambers, capitano della polizia) di trovare l’assassino per sottoporlo allo stesso trattamento.
Quello che sembrava un omicidio isolato e privo di movente, si rivela poi parte di un disegno superiore, volto a coprire un vasto giro di prostituzione ed un traffico di stupefacenti su larga scala, ma per Hammer non fa differenza: il detective è pronto a tutto pur di tener fede alla sua promessa, anche a sacrificare quanto di più caro ha al mondo…

Mickey Spillane, newyorkese, classe 1918, è uno dei più noti ed amati autori noir/pulp a livello mondiale; aviatore, collaboratore dell’fbi ed infine scrittore, esordisce (se si eccettua la manciata di racconti pubblicati su riviste pulp prima della seconda guerra mondiale*) sulla scena letteraria nel 1947 con il romanzo “Ti ucciderò” . Il protagonista Mike Hammer, destinato poi a dare il via ad una serie di interessanti sequel, è una figura unica nel vasto panorama della letteratura noir americana: Individualista incallito, autoironico ma non troppo, duro, spaccone e sciupafemmine, esercita il suo ruolo morale (e moralizzante) con una freddezza esemplare, e senza mai diventare bigotto, o piattamente moralista.

Lo stile di Spillane, sempre affilato, spesso grottescamente realistico, minimale (ma questo sembra essere uno dei tratti comuni della narrativa noir, se si eccettua la ben nota produzione Chandleriana, caratterizzata da una maggiore attenzione agli ambienti ed ai personaggi) eccessivo (almeno per l’epoca) nella messa in scena di erotismo e violenza, è ancora molto efficace.
Interessante la scelta finale di inframmezzare gli avvenimenti con le riflessioni del personaggio (riportate in corsivo) che dilatano il tempo del racconto lasciando il lettore con il fiato sospeso.

Dal punto di vista tematico, da segnalare l’opposizione tra la giustizia (quella assoluta, indifferente a tutti i cavilli e le possibili giustificazioni dei colpevoli ) e la legge (oppressa dalla burocrazia, incapace di reagire con il necessario vigore alla violenza dei criminali), rimasta poi come tema portante di tanta produzione poliziesca popolare (si pensi, a titolo d’esempio, al cosiddetto genere cinematografico “Poliziottesco” italiano).

“Ti ucciderò” è stato portato sugli schermi nel 1953 (è forse l’unico esempio di film noir girato in 3D), per la regia di Herry Essex, risultando però un prodotto mediocre anche grazie all’incauta scelta del direttore di casting che volle l’attore Biff Elliott nella parte del protagonista Mike Hammer.

“Ti ucciderò” è edito da Garzanti.

*L’unico racconto pulp di Spillane attualmente pubblicato in Italia è da ricercare nel volume “American Pulp” edito da Mondadori.

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