Saturday, May 05, 2007

L- Massimo Carlotto: Il Fuggiasco

1978-1985: Un fantasma si aggira per l’Europa (e non solo), è lo spettro di Massimo Carlotto, ridotto alla clandestinità da un’indimenticabile errore della giustizia italiana… Ma andiamo con ordine:

Padova, 20 Gennaio 1976: La venticinquenne studentessa Margherita Magello viene trovata morta nel suo appartamento; qualcuno le ha rifilato 59 coltellate. Ad informare la polizia è uno studente diciannovenne, Massimo Carlotto, trovatosi per caso sulla scena del crimine.
Segue un interrogatorio di ore, al termine del quale gli inquirenti non hanno dubbi: l’assassino è proprio lui, Carlotto, e d’altra parte il ragazzo milita in “Lotta Continua”…
Massimo finisce in prigione (ci resterà fino al 5 Maggio ‘78), viene processato ed assolto per insufficienza di prove, ri-processato e condannato; deciso a non tornare in carcere, e posto di fronte all’emissione di un verdetto di colpevolezza, il giovane decide di fuggire e darsi alla latitanza.

“Il fuggiasco” è un incredibile documento di questo lungo periodo di “latitanza occasionale” (quella di chi non ha nulla di organizzato, anche perché mai e poi mai avrebbe pensato di aver guai con la legge), spesa tra Francia, Spagna, imprecisati paesi di area basca ed infine Messico.
Giunto a Città del Messico con l’intento di non nuocere ai compagni che vivono a Parigi (dove il ragazzo era stato accolto ed istruito da una serie di sudamericani ormai da tempo esperti nell’arte della latitanza…)da rifugiati e sotto mentite spoglie, Carlotto cerca di procurarsi una nuova identità, ma cade nelle mani di un truffatore (anche se qui il termine suona troppo leggero) che dopo essersi fatto consegnare una ingente somma di denaro, lo vende alla polizia.
Torturato e gettato in una cella buia per via di una somiglianza tra il suo cognome e quello di un pericoloso terrorista internazionale, il ragazzo viene rilasciato dopo alcuni giorni, e gli viene offerta la possibilità di recarsi in una località a sua scelta; provato dall’esperienza delle carceri messicane e deciso più che mai a riprendersi la sua identità, Carlotto torna in Italia per consegnarsi alla polizia.
Ironia della sorte: Tornato in patria e consegnatosi alle autorità areportuali, il ragazzo scopre che nessuno si ricorda più di lui, e il mandato di cattura, finito al fondo di un cassetto chiuso, deve essere ricercato a lungo sotto i suoi occhi increduli.
La battaglia di Carlotto finirà solo il 7 Aprile 1993, quando riceverà, a seguito di una lunga campagna mediatica (alla quale l’ormai ex-latitante non partecipa per ribadire la propria innocenza), la grazia presidenziale…

Più inquietante che ben costruito (e d’altra parte, contrariamente alle speranze di Carlotto e dei suoi amici rivoluzionari d’altri tempi, sembra tristemente difficile costruire o ri-costruire la realtà…), più vero che letterariamente appagante e tuttavia più incredibile di un romanzo, “il fuggiasco” è e resterà, un’opera unica nella sua qualità di documento dell’esperienza irripetibile (speriamo…) di un uomo posto sulla via della distruzione da un orribile errore giudiziario.

Dal romanzo “il Fuggiasco”, e come contributo aggiuntivo alla rimemorazione della orribile bruttura legale di Carlotto, è stato tratto nel 2003 l’omonimo film scritto e diretto da Andrea Manni sotto la supervisione dell’autore.

“Il fuggiasco” è edito da e/o.

Immagine: L'autore in una foto di Massimo Massa

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