C- Brian De Palma : Black Dahlia

L’indubbio talento grafico dimostrato da De Palma nelle opere precedenti sembra qui molto lontano, e in ogni caso non bastano le belle sequenze (da segnalare, tra queste, l’omicidio di Blanchard come perfetto esempio del citazionismo di un regista che non ha mai negato la sua passione per Hitchcock) a rendere conto del brutto e intricato soggetto (il film è tratto dal romanzo “la dalia nera” di James Ellroy) con la sua esuberanza simbolica (passi la definizione dei due agenti come “fuoco” e “ghiaccio”, perché in fondo si tratta di una pubblicità...), l’agire assolutamente anti-umano e innaturale e la totale mancanza di ironia (particolare che caratterizza tutti i grandi noir, e che dev'essere sfuggito al romanziere americano) che concorrono a ridicolizzare i personaggi, i dialoghi brutti e manierati corretti alla meglio per l’adattamento cinematografico.
Ottime le ricostruzioni degli ambienti (per ricreare la Los Angeles anni '40 si è deciso di girare il film a Sofia) e dei costumi;
Nel complesso Black Dahlia è un opera confusa e poco godibile, che appare mossa più dalla voglia di girare un film in costume e di riportare sulle scene uno dei delitti insoluti più noti degli anni '40 (per informazioni sul caso reale della Dalia Nera si veda ad esempio "Crime Library"), che dall'amore per un romanzo del tutto mediocre.
Labels: Cinema, De Palma, Ellroy, Hilary Swank, Scarlett Johansson
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