Sunday, October 08, 2006

C- Brian De Palma : Black Dahlia

Hollywood, 1947, gli agenti di polizia Bleichert (Josh Hartnett) e Blanchard (Aaron Eckhart) (due ex pugili dal carattere diverso come “fuoco” e “ghiaccio” ) indagano sul misterioso omicidio della ventitreenne aspirante attrice Betty Ann Short, la “dalia nera” (il soprannomme le fu dato in riferimento al film “la dalia azzurra” diretto da Gorge Marshal del 1946).Coinvolti in uno strano triangolo amoroso con la bella Key Lake (Scarlet Johansson ben truccata ma assolutamente non matura per il ruolo affidatole), ex pupa di un gangster in procinto di uscire di galera, i due agenti procedono verso i rispettivi, divergenti destini, in una serie di azioni sconnesse e apparentemente immotivate.

L’indubbio talento grafico dimostrato da De Palma nelle opere precedenti sembra qui molto lontano, e in ogni caso non bastano le belle sequenze (da segnalare, tra queste, l’omicidio di Blanchard come perfetto esempio del citazionismo di un regista che non ha mai negato la sua passione per Hitchcock) a rendere conto del brutto e intricato soggetto (il film è tratto dal romanzo “la dalia nera” di James Ellroy) con la sua esuberanza simbolica (passi la definizione dei due agenti come “fuoco” e “ghiaccio”, perché in fondo si tratta di una pubblicità...), l’agire assolutamente anti-umano e innaturale e la totale mancanza di ironia (particolare che caratterizza tutti i grandi noir, e che dev'essere sfuggito al romanziere americano) che concorrono a ridicolizzare i personaggi, i dialoghi brutti e manierati corretti alla meglio per l’adattamento cinematografico.
Ottime le ricostruzioni degli ambienti (per ricreare la Los Angeles anni '40 si è deciso di girare il film a Sofia) e dei costumi; la Johansson ha l’aria immatura e poco convinta, decisamente meglio la Swank nei panni della ricca Madeleine Linscott.

Nel complesso Black Dahlia è un opera confusa e poco godibile, che appare mossa più dalla voglia di girare un film in costume e di riportare sulle scene uno dei delitti insoluti più noti degli anni '40 (per informazioni sul caso reale della Dalia Nera si veda ad esempio "Crime Library"), che dall'amore per un romanzo del tutto mediocre.

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