Monday, November 09, 2009

Arturo Buongiovanni: Intendo rispondere


Torre Annunziata, 1993. Ferdinando Cataldo è stato un uomo qualunque -un buon marito, un onesto lavoratore, il tranquillo proprietario di un’officina meccanica, uno in grado di tenersi fuori dai loschi traffici di tanti “amici”-, almeno fino al giorno in cui si è ritrovato a rispondere con le armi alle prepotenze e agli affronti di un vecchio conoscente, pronto ad “espropriare” l’attività di famiglia. E in un ambiente come il suo, in un tempo e in un luogo nei quali lo scavalcamento della sottile linea che divide la legalità dall’illegalità può essere segnato da una semplice coincidenza (l’incontro con il giorno libero di un funzionario di polizia, per esempio) e a tutti si offre, almeno in senso criminale, una “seconda opportunità”, certi fatti non passano inosservati. Così, il tranquillo Ferdinando, costretto alla latitanza da un’unica azione sconsiderata e quasi involontaria, si ritrova uomo di fiducia di Angelo Nuvoletta, uno dei più potenti boss della zona, affiliato direttamente a Cosa Nostra.
Promosso sul campo e protagonista di numerose azioni criminali, l'ex ragazzo per bene, ormai stimato killer, è costretto a fuggire a Torino; ma la vita nella città sconosciuta non ci mette molto a rivelarsi insidiosa: dopo un breve scontro con gli uomini di un clan rivale, Fernando si ritrova in carcere. Qui, per quanto pronto ad una lunga, silenziosa, reclusione, si convince- grazie all'appoggio della moglie Anita, e per via della terribile situazione familiare(1)- a collaborare alla battaglia condotta contro il clan Nuvoletta dal giovane magistrato D’Alterio(2) e dall’esperto commissario Auricchio.
La decisione, però, non è abbastanza: la strada per il tribunale è lunga, e, per i pentiti, c’è sempre il rischio di incappare in malaugurati “incidenti di percorso” e ripensamenti…

Opera di fortissima tensione civile, completamente ispirata ad una storia vera(3), profondamente morale e di grande valore letterario –pur tracciata con lo stile minimale tipico (si direbbe quasi “imposto”) dai canoni del genere, la ricostruzione di Arturo Buongiovanni funziona alla perfezione, innescando dolorosi meccanismi di immedesimazione-, Intendo rispondere asseconda la rinnovata tendenza(4) alla letteratura-verità, al romanzo-documento, affermatasi nella produzione italiana del dopo-Gomorra, tentando un’inedita, empatica, ricostruzione della condizione (psicologica, oltre che materiale) del “pentito”. E il romanzo, che non sottintende e non banalizza, ma “allude” alle cause del crimine, tirando in ballo il motivo sociale senza assolvere il protagonista dalle sue responsabilità personali, funziona alla perfezione, e finisce per trascinare il lettore in un mondo oscuro fatto di turbamenti, dubbi morali e paure ben più reali –quelle legate alla vita dei parenti rimasti “fuori"; un luogo nel quale la scelta della legalità è l'unica alternativa al dominio dell'inumana, violenta, pre-culturale casualità.

Classificatosi secondo all’ultima edizione del "Premio Azzeccagarbugli", Intendo rispondere, di Arturo Buongiovanni è edito da Donzelli.



(1) Il figlio Andrea, appena nato, ha gravi problemi di di salute, e le poche telefonate consentite ai detenuti comuni non sono neppure sufficienti per tenersi al corrente delle sue condizioni.
(2) Armando D’Alterio, oggi procuratore capo di Campobasso, è stato per anni membro della direzione distrettuale antimafia di Napoli; qui, si è occupato di procedimenti relativi ai clan Nuvoletta, Gionta e D'Alessandro.
(3) Arturo Buongiovanni, un tempo legale di Fernando Cataldo, sembra voler raccontare i fatti esattamente come li ha conosciuti, senza abbellimenti, abbandonando l'evocazione compiaciuta della violenza tipica di tante narrazioni costruite intorno a figure di fuorilegge, e limitando al minimo gli espedienti narrativi. Il risultato? Esattamente quello sperato: la fascinazione per la parentesi criminale del protagonista (del resto mantenuta, per quanto possibile, in ellissi) risulta totalmente azzerata. I veri eroi di Intendo rispondere sono gli uomini che scelgono la legge; tutti, pentiti inclusi.
(4) Questa tendenza è perfettamente testimoniata dai racconti apparsi su «Nuovi Argomenti» scelti per il volume antologico Aa. Vv., A occhi aperti. Le nuove voci della narrativa italiana raccontano la realtà, Mondadori, Milano 2008.

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2 Comments:

At 7:46 AM, Anonymous Anonymous said...

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At 3:31 PM, Blogger yanmaneee said...

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