Wednesday, June 03, 2009

L- Nicolai Lilin: Educazione siberiana


Siberiani, criminali onesti e rispettosi. Onesti perché forniti di un solido codice morale(1), rispettosi nei confronti della tradizione, degli anziani(2), delle donne, dei bambini, e persino dei portatori di handicap.
A leggere Educazione Siberiana, incensatissimo romanzo d’esordio di Nicolai Lilin, la malavita organizzata siberiana sembra quasi un modello di democrazia, tolleranza e civiltà; peccato, però, che, mentre le pagine scorrono, ci si ritrovi di fronte all'ennesima declinazione del solito bieco esclusivismo da criminalità organizzata; ma andiamo con ordine.
La “trama” è semplice: Sono gli anni ’90. Nicolai “Kolima”, adolescente nel quartiere “Fiume Basso” di Bender, Transinstria(3), è uno degli ultimi criminali cresciuti secondo l'“educazione siberiana”; né semplice serie di regole pratiche, né astratto codice morale, il sistema elaborato dagli Urka è un vero e proprio modus vivendi fondato sul rispetto degli anziani, sulla lotta contro il potere politico ed economico, e sulla pratica di un cristianesimo ortodosso superstizioso e aperto a ogni tipo di violenza(4). Il lettore assiste indifferente (e, a dir la verità anche un po’ annoiato, distante), alle picaresche azioni di un gruppetto di ragazzini d’età compresa tra i 13 e i 16 anni, capitanati da un giovane alter-ego dell'autore, pedante tradizionalista pronto a parlar male degli amici (primo tra tutti il connazionale Mel), oltre che dei nemici. Furtarelli, tafferugli con bande rivali, risse, scorribande sul fiume, prime permanenze in galera, la fine della giovinezza segnata dalla chiamata al servizio militare, tutto secondo i più abusati canoni del romanzo criminale. Niente di originale, una lunga, interminabile serie di banalissimi luoghi comuni, che traggono ben poco lustro dalla presunta partecipazione diretta dell’autore ai fatti narrati, e non possono contare su una scrittura illuminata.
La storia dei tatuaggi? Una parte assolutamente trascurabile del libro riportata al centro dell'attenzione con chiaro intento pubblicitario...
Anticipato da una mostruosa campagna commerciale (fondata in buona misura su una serie di immeritate lodi tessute da rispettati professionisti del settore), Educazione siberiana di Nicolai Lilin è il resistibile (già, perché, come si è detto, al di là della storia vera, c’è ben poco: non esiste un intreccio, stile e ritmo lasciano molto a desiderare, gli espedienti narrativi sono tanto infantili e grossolani da infastidire anche ai lettori meno esigenti(5)…) esordio di un ex piccolo criminale tradizionalista, xenofobo, non proprio pentito(6) e per nulla redento.
Peccato, perché dal mucchio, dal proliferare di storie che affollano questo strano oggetto letterario, qualcosa di sensato si sarebbe potuto tirar fuori, ma il fiato corto del racconto, l’organizzazione a-temporale e confusa della raccolta di memorie, le descrizioni spesso inutili e talvolta anche spiacevoli, lo stile piatto, mediocre, indispongono il lettore e annullano anche i pochi lati positivi dell’opera.

Poco convincente, dotato di un grado di intrattenimento tendente allo zero, teoricamente preoccupante(7), filosoficamente poco credibile e nemmeno ben scritto, Educazione siberiana, di Nicolai Lilin, è edito in Italia da Einaudi.



(1) Niente di strano: il concetto di “onestà” indica, ovviamente, il rispetto di una serie di regole riconosciute dal gruppo sociale dominante (non necessariamente lo stato: in effetti i siberiani del libro di Lilin, come la nostra mafia, altro non sono che una società all’interno della società…), e può includere, quindi, ogni genere di bruttura (che dire, altrimenti, del funzionamento dell’alta finanza, generalmente considerata “onesta”?)…
(2) Impegnati nella trasmissione di una serie di immutabili valori tradizionali i “nonni” criminali trovano posto all’interno della comunità anche a pensionamento avvenuto.
(3) Già nota come “Bessarabia”, la regione della Transinistria, (3567 km quadrati di terra confinanti ad ovest con il fiume Dniestr e la Moldavia, a sud con il Mar Nero e ad est con l’Ucraina) autoproclamatasi repubblica indipendente il 2 settembre 1990 (stralci della precedente guerra civile, tanto mal contestualizzati da passare quasi inosservati, attraversano il libro di Lilin), non ha ancora ottenuto riconoscimento politico...
(4) La stessa iconografia del tatuaggio siberiano, piena di crocifissi e pistole, coltelli e madonne, testimonia appieno l’esplosiva miscela.
(5) Che dire di un raccordo come: “E subito dopo ho pensato che eravamo proprio una strana compagnia. Ho pensato alle storie che ognuno di noi aveva alle spalle. Gigit e Besa, sopratutto” (Nicolai Lilin, Educazione siberiana, Einaudi, Torino 2009, p. 290)? Qui non si tratta di ricorso a modi e tempi della narrazione orale (giustificazione che, peraltro, varrebbe fino a un certo punto, visto che Lilin ha compiuto il “salto” ed è passato alla letteratura), ma di puro e semplice infantilismo stilistico.
(6) Va bene, siamo disposti a capire le esigenze sceniche e commerciali, ma per essere uno che si è lasciato alle spalle un determinato stile di vita, Lilin ci pare un po’ compiaciuto; si veda, per esempio, il video introduttivo del sito ufficiale http://www.nicolaililin.com/.
(7) Attenzione, qui non si sta parlando di censura, sarebbe giusto, però, considerato che il romanzo di Lilin si serve di una struttura di facile presa sulle diffuse tendenze illegaliste, che rischia di far perdere di vista, attraverso una serie di ragionamenti criminalmente “credibili”, le brutture di fondo (quanto volte il soldatino Kolima, automa del tutto privo di sensibilità, si lancia in “punitive” coltellate alla coscia degli avversari?), procedere all'attenta decostruzione dell’oggetto. Non capisco perché, dato che ci siamo lentamente e faticosamente lasciati indietro la fascinazione per la nostra criminalità organizzata, passando dall’interesse all’accettazione più o meno passiva all’aperta e diffusa denuncia, dovremmo innamorarci ora di una lontana e scomparsa casta criminale. Forse la distanza geografica rende più giusti o accettabili i comportamenti mafiosi?

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1 Comments:

At 1:42 PM, Blogger Unknown said...

10/12/2009
Aspettabile Casa Editrice Einaudi,
Vi scrivo la presente per proporvi affare commerciale che sono sicuro può Voi interessare:
io sono ex criminale russo, purtroppo di stupida città di basso Volga dove succede niente e anche criminali fanno crimini poco poco interessanti e non hanno codice morale tanto rigido, anzi niente codice morale!
Io però stato in prigione anche qui in Italia e incontrato tanta gente estera e abitato in tante città, così posso offrire di fare talent scout per bellissimi romanzi di vostra casa editrice.
Io adesso sono allevatore di lumache a Borgo San Dalmazzo vicino Cuneo, lavoro molto interessante e tranquillo, e mio amico è andato a Cuneo per festival Scrittori in Città, dato che quando cé tanta gente lui prende qualche portafoglio, e ha sentito discorso di vostro bravissimo scrittore Nicolai Lilin di Transnistria, e allora io ho letto suo bellissimo libro e avuto grandissima idea!
Io posso fare intervista e romanzo di:
1) banda di minorenni di Ecuador a Genova, molto criminali ma con rigidissimo codice morale, vogliono molto bene alla mamma e agli zii e Virgen de Guadalupe, sparano solo se motivo è molto molto grave. Cosa più bella è rituale molto sacro quando preparano Focaccia di Recco, ma invece di stracchino mettono colla da falegname per sballare, tradizione molto molto bella che può fare almeno 8-10 pagine.
2) banda di minorenni cinesi vicino Firenze, molto cattivi ma con rigidissimo codice morale, esempio loro mai delinquere in mesi con la “R”, solo che pronunciano OttobLe e NovembLe ecc. e allora possono delinquere sempre. Però vogliono molto bene a mamme e zii e Confucio e anche piacciono molto cani piccoli e grassi e ben arrostiti.
3) banda di minorenni calabresi cattivissimi davvero ma con rigidissimo codice morale, di antica tradizione siberiana, molto belle pagine su nomi come Carmine “Taiga”, Salvatore “Sputnik” o Giampiero “Pino Silvestre”.
Molto devoti di Padre Pio e criminali buonissimi molto onesti, diventati di tradizione siberiana quando letto di quartiere Balka dove ragazze ucraine fanno cose da disprezzare, e loro volevano aiutarle a fare cose da disprezzare insieme con loro .
Molto belle descrizioni di sparatorie con ‘Ndrangheta e Carabinieri, almeno 20 pagine, anche di più con prognosi di Ospedale.
4) banda di minorenni marocchini veramente molto criminali. Hanno codice morale rigidissimo da loro Corano, mai ad esempio sparano a maiale oppure di venerdì, e rispettano moltissimo mamma e zii, solo difetto niente mai vodka, loro vendono molta molta droga, però disprezzano molto molto chi la usa.
Molte belle pagine di preparazione tradizionale di circoncisione, ma poco adatte a lettori delicati, solo per veri uomini di antica tradizione criminale.

Io qui vi propongo qualche esempio di mie conoscenze, voi dite cosa interessa di più e io faccio subito intervista, anche abbiamo altre possibilità con Nigeria, Lombardia, Rom e Svizzera.
Molto bella Vostra Casa Editrice, io ho letto tanto in galera, subito ho capito che voi siete Casa Editrice amica di criminali onesti come quei Fenolio e Calvino tutti Banditi di Partisani che sparavano ai Fascisti, allora io ho fiducia che noi possiamo fare grandi affari insieme da bravi criminali onesti che fregano gente stupida che mette 10 serrature in sua casa ma poi gli piace leggere di veri uomini criminali.
Vi saluto con grande speranza di grande futuro insieme, il vostro
Arsenij Lipin

 

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