Wednesday, December 10, 2008

L- George V. Higgins: Gli amici di Eddie Coyle

“Jackie Brown at twenty-six, with no expression on his face, said that he could get some guns.”
(Jackie Brown, di anni ventisei, nessuna espressione sul viso, disse che era in grado di procurare delle armi.) (1)

Boston, Massachussets, inizio anni ’70. Sembra che in città tutti siano improvvisamente interessati a comprare armi da fuoco non rintracciabili – pistole, fucili, mitragliatori, persino fucili d’assalto M16 provenienti dritti dritti da un deposito militare – e Jackie Brown, ventiseienne trafficante “al dettaglio” fa affari d’oro. È persino riuscito a comprarsi una Plymouth Road Runner da 4000$. Purtroppo, però, Eddie “dita” Coyle, intermediario e pesce piccolo della mafia, è in attesa di comparire di fronte ad un gran giurì in New Hampshire, e magari, in cambio di uno sconto di pena, è pronto a fare qualche nome, a patto di raggiungere un accordo con la polizia prima che i suoi amichetti italo-americani mettano le mani su di lui…

Geroge V. Higgins, americano, giornalista di “nera” e procuratore distrettuale, paragonato da Norman Mailer a Henry Green(2), salutato da Elmore Leonard come un maestro (“Higgins is my favorite... No, he doesn’t learn from me, I learn from him” [Higgins è il mio preferito… No, non ha imparato da me, sono io che ho imparato da lui] riporta il dorso l’edizione Henry Holt and Co. di The Friends of Eddie Coyle) (3), è forse uno degli autori più influenti (anche se spesso ha esercitato un'influenza indiretta, veicolata da figure del calibro di Elmore Leonard e Joseph Wambaugh) del nero americano.

“Le virgolette fanno la storia… Il dialogo fa i personaggi e i personaggi sono l’intreccio”(4), sosteneva Higgins, e in questa affermazione, il cui senso è ovvio per tutti gli appassionati del realismo minimalista americano, sono perfettamente riassunti la sua poetica ed il suo stile: solo attraverso una minuziosa osservazione e ricreazione, riproduzione, re-invenzione del linguaggio parlato è possibile produrre romanzi “realisti” (5).
Ne Gli amici di Eddie Coyle la narrazione, svolta “per scene”, come scrive Elmore Leonard nella preziosa introduzione al volume (sfortunatamente non riproposta ai lettori italiani), poggia completamente sui dialoghi: solo grazie all’impegno del lettore, che riunisce indizi e mezze parole lasciati cadere dai personaggi nel corso delle loro chiacchiere sconclusionate, sboccate, ben modulate(6), apparentemente vuote, è possibile ricostruire il corso – inesorabile, come in ogni noir che si rispetti – degli eventi.

Portato sugli schermi nel 1973 nell’omonimo film diretto da Peter Yates ed interpretato da Robert Mitchum (Eddie ‘dita’ Coyle), Peter Boyle (Dillon) e Steven Keats (Jackie Brown), Gli Amici di Eddie Coyle è un romanzo assolutamente impedibile per tutti gli appassionati del poliziesco, del noir, e per gli amanti del realismo americano in generale.

Il romanzo Gli Amici di Eddie Coyle, di George V. Higgins, è edito in Italia da Einaudi.



(1) Geroge V. Higgins, The Friends of Eddie Coyle, Henry Holt and Co, New York 2000, p. 3. Traduzione di Luca Conti e Luisa Piussi in V. Higgins, Gli amici di Eddie Coyle, Einaudi, Torino 2005, p. 3.
(2) Henry Green (1905-1973), compagno di studi di Evelyn Waugh e Anthony Powell a Oxford, autore di nove romanzi ed un’autobiografia, è generalmente considerato uno dei più importanti scrittori modernisti in lingua inglese.
Sempre Mailer ha dichiarato, riguardo a Gli amici di Eddie Coyle, di non poter digerire che un così bel romanzo d’esordio fosse stato scritto “by the fuzz”, ovvero “da uno sbirro”.
(3) L’amore di Leonard per The Friends of Eddie Coyle è chiaramente testimoniato dal romanzo Jackie Brown: in questo l’hostess-contrabbandiera-eroina (Pam Grier nel noto film di Quentin Tarantino) riprende il nome di uno dei protagonisti del romanzo di Higgins e Ordell Robbie (Samuel Jackson nel film), piccolo trafficante d’armi, è chiaramente modellato su alcuni tratti di Eddie ‘dita’, e dello stesso Brown.
(4) Si veda qui la pagina delle "Libraries" della "University of South Carolina" su George V. Higgins, sezione “Higgins on Higgins”.
(5) Quanto detto è valido non solo per il romanzo poliziesco o noir, ma per la letteratura tout court. In effetti Higgins, che si considerava continuatore della tradizione del realismo americano, magnificata da Hemingway ed O’Hara, ha espresso in più occasioni un sincero rammarico per essere stato etichettato come autore “di genere”.
(6)Ne Gli amici di Eddie Coyle, ogni personaggio ha un suo modo di parlare, di porsi, di muoversi, di gesticolare, arriveremmo a dire.

Labels: , , , , , , , , , , ,

0 Comments:

Post a Comment

<< Home