L- Pierre Boileau e Thomas Narcejac: I diabolici
La vita regolare e monotona dell’agente di commercio Fernand Ravinel nasconde un terribile segreto: per due anni l’uomo, malato di cuore e tutt’altro che temerario, ha progettato insieme all’amante (ed ex medico curante) Lucienne Mogard, una donna che nasconde, dietro l’apparenza gentile e iper-professionale, un carattere ambizioso, autoritario e crudele, l’omicidio di sua moglie Mireille, alla quale ha fatto firmare una polizza d’assicurazione sulla vita.
Trascorso il periodo richiesto dall’assicurazione per liquidare il premio in caso di suicidio, Ravinel e Lucienne uccidono Mireille inscenando un decesso accidentale.
Assalito dai sensi di colpa nel momento stesso in cui ha dato il via al terribile piano (è stato costretto a mantenere il suo triste proposito dall’intervento della determinata Lucienne), e momentaneamente abbandonato dalla sua complice, Fernand viene turbato da alcune apparizioni della moglie defunta; decide allora di controllare, mandando all’aria tutte le precauzioni prese in precedenza, il cadavere di Mierille. Arrivato sul posto scopre però che il corpo è scomparso…
Lo stile è perfetto, buio, umido, ristretto ma efficace: sembra di vedere la luce fioca delle lampadine d’una volta, di sentire l’odore delle pareti umide, del fumo, dei liquori, di udire il rumore dei tacchi sulla ghiaia e il rombo delle vecchie automobili sulle strade periferiche.
La ricostruzione psicologica di Ravinel, sospeso tra gioia e rimorso, paura e senso di trionfo, sollievo e dolore, è meravigliosa.
L’intreccio, per quanto noto a molti per via degli adattamenti cinematografici(2), non ha perso il suo fascino, e, grazie alla scrittura lucida e ritmata di Boileau e Narcejac, il romanzo avvince anche i lettori informati sui fatti.
Nato nel 1952 dall’incontro tra il quasi esordiente Pierre Boileau e Thomas Narcejac(3), professore di lettere, teorico del romanzo poliziesco(4) e scrittore a tempo perso, rifiutato a più riprese dalle case editrici transalpine in quanto troppo “sperimentale”, I diabolici rende perfettamente giustizia all’impegno dei due autori, intenzionati ad “umanizzare il romanzo […] conferire al poliziesco la dignità di opera letteraria”(5).
Preciso come un orologio e stilisticamente perfetto, attraversato da un'ampia vena gotica che lascia il passo, sul finale, ad uno sconfortante realismo, sostenuto da un'amara (ma lucidissima) visione del mondo e dei rapporti umani, I diabolici è uno dei capolavori assoluti del “nero” europeo.
Il romanzo I diabolici di Boileau e Narcejac è edito in Italia da Fazi.
(1) Dal romanzo I diabolici di Boileau e Narcejac sono stati tratti l’omonimo film del 1954 diretto da Henri-Georges Clouzot ed interpretato da Simone Signoret e Michel Serrault, e il men che mediocre Diabolique (1996), di Jeremiah Chechick che vedeva Sharon Stone e Isabelle Adjani nei panni delle due protagoniste femminili.
(2) In seguito il loro sodalizio avrebbe dato vita ad altre opere di pregio come il romanzo La donna che visse due volte, immediatamente acquistato da Htichcock e utilizzato come soggetto per il film Vertigo.
(3) Nel 1947 era uscito, per i tipi di Le Portulan, il saggio Esthetique du Roman Policier, di Thomas Narcejac.
(4) Cfr. Luigi Bernardi e Francesca Rimondi, Boileau e Narcejac: le risorse del male, in Boileau e Narcejac, I diabolici, Fazi Editore, Roma 2003, pp. 175-182.
(5)Come d’abitudine sono state introdotte, nel passaggio dalla cellulosa alla celluloide, una serie di modificazioni al soggetto originale, alcune delle quali, ci pare di poter affermare, servono a stemperare l’ambiguo rapporto tra le due donne…
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