Sunday, January 03, 2010

NonSoloNoir saluta Rowland S. Howard


Il 2009 era già destinato a chiudersi "in nero", per la scomparsa del cantautore Vic Chesnutt, morto il 25 dicembre; poi, mercoledì 30, il mondo della musica è stato ulteriormente scosso dall'inattesa dipartita dell'appena cinquantenne Rowland S. Howard, ucciso da un tumore al fegato. "Non aveva voglia di morire", ha dichiarato Mick Harvey, storico collaboratore di Nick Cave, coinvolto nella registrazione dell'ultimo album di Howard, Pop Crimes, uscito a ottobre 2009, a dieci anni di distanza dal precedente Teenage Snuff Film. Lo stesso Howard aveva confessato, nel corso di un'intervista, di essere in attesa di un trapianto di fegato, e di aver voluto affrettare le registrazioni dell'album nel timore che le cose potessero "non andare così bene".
Personaggio forse poco noto, ma essenziale nella creazione delle sonorità new wave-punk australiane che, rese note da Nick Cave e i suoi Bad Seeds (per citare solo la band più nota), si sono rivelate molto influenti nella nascita degli innesti gothic-blues e gothic-country che hanno visto l'apice di popolarità negli anni '90, Howard aveva iniziato la sua carriera negli "Young Charlatans". Ma solo accanto a Nick Cave, nella storica formazione dei "Boys Next Door", il chitarrista, autore del brano Shivers (in seguito divenuto, grazie ad una coppia di importanti cover, quasi un inno dell'alternative australiano), aveva ricevuto i primi riconoscimenti.
Membro essenziale dei "Birthday Party" (basta ascoltare brani come Jennifer's Veil per rendersi conto dell'importanza del lavoro di Howad nella costruzione del suono), il chitarrista si era trasferito in Europa negli anni '80.
Lasciati i "Birthday Party" in seguito alla rottura con il cantante Nick Cave, Howard era entrato nei mitici "Crime and the City Solution" (1985-1986), partecipando, tra l'altro alla registrazione dello storico EP The Dangling Man, per poi formare, nel 1987, la band "These Immortal Souls".
Negli ultimi anni, nonostante l'assenza dalle scene (se non per una serie di prestigiose collaborazioni, e per il riuscito ma poco noto Teenage Snuff Film) la sua popolarità era in netta ripresa.
Howard ci lascia con una manciata di album da riscoprire, un ultimo lavoro ancora da digerire (nel già mitico Pop Crimes, il chitarrista, in vena di bilanci o cinicamente autoironico ha anche inserito una cover del classico Life's What you make It dei Talk Talk), e un'importante eredità sonora che ha ormai superato i limiti del gothic per invadere generi musicali di più ampia diffusione.




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