Friday, January 09, 2009

L- L.R. Carrino: Acqua Storta



“Ma a finale, a quelli come noi gli occhi non servono a tanto. A noi servono le mani, e le orecchie, sempre con le orecchie appizzate dobbiamo stare, perché ogni cosa potrebbe essere l’ultima cosa che sentiamo. Quando la terra trema, anche solo un poco, noi sappiamo che dobbiamo correre. È per questo che certe talpe non tornano più nel buco che avevano fatto.
”(1)


Napoli. Giovanni Farnesina, figlio del boss della camorra don Antonio “Acqua Storta”(2), ha alle spalle un’adolescenza turbolenta culminata in un terribile omicidio compiuto nel carcere minorile di Nisida (all’interno del quale era stato rinchiuso per un semplice furto d’auto), ma ormai è un uomo adulto, sposato con Mariasole (la figlia di un boss rivale), e padre di un bambino.
Dietro alla facciata dell’uomo d’onore devoto alla famiglia e attento alle prescrizioni della bibbia (“la bibbia ci dice quello che è giusto e sbagliato”, sostiene don Antonio), Giovanni intrattiene però una pericolosa relazione con Salvatore Annunziata, contabile del clan. Da troppo tempo si reca, con il pretesto di recuperare il contante di persona, in casa dell’amante: in città anche i muri hanno orecchie, e la gente mormora.
Giovanni sa che se le voci relative alla sua relazione extra coniugale dovessero arrivare alle orecchie di suo padre, questo non esiterebbe, pur di recuperare l'onore, a ricorrere alla maniere forti. Allora, se vuole salva la vita, non ha scelta: deve liberarsi di tutti i testimoni, e deve farlo alla svelta…

Acqua Storta, romanzo noir breve e folgorante, è interessante da più di un punto di vista: innanzitutto in quanto opera sulla camorra (tematica quanto mai attuale e strettamente "italiana"), che tanto bene si iscrive nel dibattito sul presente e sul futuro della nostra letteratura; poi, in senso più ampio, per la riproposizione del topos, antico quasi quanto la letteratura stessa, del rapporto (e del conflitto) tra “ragione” e “sentimento” (3).
L’omosessualità dei personaggi non è qui un semplice pretesto narrativo tra i tanti possibili, per quanto funzioni come motore della vicenda: la profonda lacerazione del protagonista, incapace di accettare fino in fondo la propria “diversità”(4), e costretto a nasconderla per non incorrere nella punizione da parte di un potere repressivo, assurdo e cieco, si rivela come dramma esistenziale e perfetto corrispettivo, sul piano intimo e personale, della profonda miseria culturale dell’ambiente circostante; un ambiente nel quale vige ancora l’onore, e l’omosessualità è vissuta come una vistosa piaga, una malattia fisica contagiosa (nel senso che sporca non solo il “portatore” ma anche tutti i suoi familiari).
Il romanzo, costruito su una scarna, ma efficace, trama da thriller, trae gran parte della sua forza dalla perfetta ricostruzione psicologica dei personaggi portati sulla scena, tutti, o quasi (fa eccezione il timido Salvatore) assolutamente brutali, cresciuti e nutritisi in un clima "culturale" in cui, pur tenendo la bibbia sul comodino (e anzi consigliandone l'edificante lettura), si può uccidere un familiare per una banale questione d'onore…
Lo stile sciolto, ristretto, colloquiale e dialettale (in maniera forse un po' troppo misurata, ma d’altra parte, un uso eccessivo del dialetto avrebbe rischiato di scoraggiare un buon numero di lettori…), e la narrazione in prima persona ben si adattano alle vicende di un personaggio come Giovanni, e al carattere “rapido”(5) del romanzo.

Il romanzo Acqua Storta di Luigi Romolo Carrino, finalista al Premio Scerbanenco 2008, è edito in Italia da Meridiano Zero.
Dal romanzo è già stato tratto un recital teatrale dal titolo La versione dell'acqua (6), e l'autore sta discutendo un adattamento cinematografico.




(1) Luigi Romolo Carrino, Acqua Storta, Meridiano Zero, Padova 2008, p. 122.
(2) Il capoclan si è fatto strada bonificando una palude ed adibendola a discarica; da qui il nome “Acqua Sporca”, in seguito cambiato in “Acqua Storta” per ironizzare, non senza malignità, sul vistoso strabismo del suo occhio destro.
(3) Ragione e sentimento è anche il titolo di un brano di Maria Nazionale che, inserito come traccia o indizio delle intenzioni dell’autore (o almeno così ci sembra di poter affermare), fa da colonna sonora al romanzo. Stupisce allora che la critica non abbia evidenziato questo aspetto: perché trascurare un suggerimento esplicito per occuparsi di Acqua Storta come di un semplice romanzo (costruito, è vero, su eventi in parte reali e frutto di una conoscenza più o meno diretta dell’ambiente -quella dei due camorristi omosessuali vittime di “inspiegabili” incidenti è una vecchia voce da bar, ha sottolineato Carrino-) del “dopo-Gomorra”? E perchè farne un semplice romanzo sull'omosessualità?
In realtà il nodo centrale di Acqua Storta è lo scontro romantico tra la spinta verso la libertà, la realizzazione dei propri desideri e aspettative, e l'adeguamento alle regole vigenti, che qui non sono borghesi, ma criminali, per cui la tensione si compone in un intreccio "nero".
(4) La “diversità” del protagonista emerge con prepotenza durante la sua detenzione a Nisida: qui, mentre amici e compari (eterosessuali) abusano sessualmente di un “concorrente” per dimostrare il loro spregio, Giovanni, che scopre la propria omosessualità in maniera improvvisa e inaspettata, si trova costretto a nasconderla, e sfoga la propria frustrazione (in maniera psicanaliticamente “deviata” ma accettabile) uccidendo l’oggetto del proprio desiderio.
In seguito, pur avendo avviato una relazione duratura con Salvatore, Giovanni dimostra di non aver accettato appieno la propria omosessualità (“Si si, ti ho detto che me la ricordo… Stavi vestito come un ricchione però.” Si legge, ad esempio, a pagina 79).
(5) E in questo caso, come spesso accade nella letteratura gialla e soprattutto nera, si può proprio dare ragione a Calvino: “la rapidità della successione dei fatti dà un senso d’ineluttabile” (Italo Calvino, “Rapidità” in Lezioni americane, Mondadori, Milano 2008, p. 42). Il mondo di Acqua Storta è regolato dal fato in senso quasi greco; ineluttabilità degli eventi e andamento dell’intreccio conferiscono al romanzo un effetto da tragedia classica.
(6) Meridiano Zero ha recentemente immesso sul mercato una versione "libro + cd" contenente romanzo e registrazione del recital.

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4 Comments:

At 12:17 PM, Anonymous Anonymous said...

azz :) sei stato fantatico.
un applauso per la nota 3. alcuni lettori ci hanno fatto caso, ma tu sei l'unico recensore (ce ne sono stati un bel po') che ha detectato l'indicazione esplicità di 'ragione e sentimento'.
ancora grazie per le belle parole, per l'attenzione che hai avuto.

luigi

 
At 1:06 PM, Blogger fabriziofb said...

Grazie, ma è stato un piacere. Il tuo romanzo è un piccolo capolavoro. Oltre a tutto il resto (e forse, a rileggere ora la recensione, la cosa non viene fuori a dovere), ho amato l'atmosfera carica di tensione, ma nel contempo malinconica, che hai creato...
ciao,
fabrizio (fabriziofb@gmail.com)


P.S. non ripubblico questo nostro scambio di battute in un post a se' stante, perchè quello che mi scrivi è troppo lusinghiero, e rischierei di sembrare uno che si autoincensa.

 
At 4:17 PM, Blogger MATTEO STRUKUL said...

Grande Luigi, grande Fabrizio, Acqua Storta è veramente una meraviglia

 
At 3:30 PM, Blogger yanmaneee said...

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