L- Ken Bruen: Il Prete
“Perché han lunga vita i malvagi, giganteggiano, crescono in ricchezza?”
Libro di Giobbe
Galway, Irlanda; ottobre 2003. Johnny Cash è morto, Warren Zevon anche, ma il paese, appena colpito da un terribile fatto di sangue, è troppo sconvolto per accorgersene: il corpo decapitato di padre Joyce, vecchio prete cattolico, è stato ritrovato nel confessionale della sua chiesa da un’anziana suora.
Secondo alcune voci padre Joyce si sarebbe preso, in vita, delle libertà con i suoi giovani chierichetti, e la polizia è costretta, per evitare lo scandalo, a muoversi con i piedi di piombo.
Il caso sembra destinato ad essere archiviato, anche grazie alle pressioni esercitate dalla chiesa e da alcuni facoltosi cittadini locali, ma il vecchio padre Malachy (segnato dalla stessa cattiva reputazione della prima vittima) teme di ritrovarsi bersaglio di un assassino intenzionato a ripulire la città dai sacerdoti pedofili, e chiede al detective Jack Taylor(1) di indagare...
Ken Bruen, irlandese, classe 1951, finalista ai premi “Edgar”, “Barry” e “Macavity”, insignito nel 2003 del prestigioso “Shamus Award” dall’associazione “Private Eye Writers of America” per il romanzo The Guards(1), recupera il modello del romanzo d’indagine a là Derek Raymond e si dedica ad una sistematica, esplicita, amplificazione della dimensione morale(2) dell’opera.
Ne Il prete, vera e propria "detective story di teodicea", crimini, criminali, polizia, investigatore, indagini non sono che pretesti(3): protagonista incontrastata è la riflessione sul “bene” e sul “male”, sulla “colpa” e l’“espiazione”, sul “delitto” e il “castigo”. E se il primato della dimensione morale, della riflessione metafisica dagli esiti quasi certamente atei (ed il conseguente ripiego su uno sconsolante materialismo, anche se poi la giustizia secolare non si dimostra, almeno nelle sue forme "ufficiali", più efficiente di quella divina nel trattamento di certi delitti), va in parte a discapito del ritmo della narrazione e dell’azione (“solo” due omicidi in un romanzo di 247 pagine, per di più quasi del tutto prive di sparatorie, inseguimenti ecc.), a lettura terminata si resta con l’impressione di aver avuto a che fare con un’opera ben più importante, ben più alta, del solito poliziesco fatto in serie.
Per chi ama i personaggi maledetti, Jack Taylor è da non perdere(4).
Romanzo interessante, sconsolante, realistico, intelligente, Il prete, di Ken Bruen, è edito in Italia da Fanucci.
(1) Il romanzo, che apre il ciclo dedicato a Jack Taylor, è stato proposto ai lettori italiani con il titolo Prima della notte (Frassinelli, 2004).
(2) Quello relativo alle capacità d’“indagine morale” connaturate al genere noir (capacità in buona parte dimostrate, in epoca classica, tanto per adeguarsi alle severe regolamentazioni del terribile Motion Picture Production Code redatto, nel 1930, da Will H. Hays) è un gran bel luogo comune: in realtà, in molti degli autori contemporanei, questa riflessione, questa tensione etica che dovrebbe essere molla dell’azione del detective (e che forse nei romanzi di Chandler, tanto per fare un esempio, lo era) è del tutto assente o sembra poco sentita, vuota, puramente esteriore, assorbita insieme a tutti gli altri cliché del genere. Solo negli ultimi anni, e soprattutto grazie all’opera dell’inglese Derek Raymond, responsabile di una preziosa sintesi tra poliziesco e romanzo esistenzialista di matrice sartriana, gli autori europei hanno cominciato ad indagare il potenziale riflessivo inespresso del romanzo noir. Nel caso specifico di Il prete, i cui capitoli sono aperti da citazioni dai Pensieri di Pascal, il piano morale trapassa qua e là nel metafisico, se non proprio nel teologico.
(3) Ma non fraintendano i lettori: stile e intreccio di Il prete non sono meno perfetti, intriganti e curati di quelli di un tradizionale romanzo noir di alto livello.
(4) Ex-poliziotto, investigatore privato, alcolista reduce da un ricovero in clinica psichiatrica, irrimediabilmente segnato da un terribile trauma e roso dai sensi di colpa, Jack Taylor è una figura limite anche nel vasto panorama di protagonisti “maledetti” offerto dal noir moderno.
Libro di Giobbe
Galway, Irlanda; ottobre 2003. Johnny Cash è morto, Warren Zevon anche, ma il paese, appena colpito da un terribile fatto di sangue, è troppo sconvolto per accorgersene: il corpo decapitato di padre Joyce, vecchio prete cattolico, è stato ritrovato nel confessionale della sua chiesa da un’anziana suora.
Secondo alcune voci padre Joyce si sarebbe preso, in vita, delle libertà con i suoi giovani chierichetti, e la polizia è costretta, per evitare lo scandalo, a muoversi con i piedi di piombo.
Il caso sembra destinato ad essere archiviato, anche grazie alle pressioni esercitate dalla chiesa e da alcuni facoltosi cittadini locali, ma il vecchio padre Malachy (segnato dalla stessa cattiva reputazione della prima vittima) teme di ritrovarsi bersaglio di un assassino intenzionato a ripulire la città dai sacerdoti pedofili, e chiede al detective Jack Taylor(1) di indagare...
Ken Bruen, irlandese, classe 1951, finalista ai premi “Edgar”, “Barry” e “Macavity”, insignito nel 2003 del prestigioso “Shamus Award” dall’associazione “Private Eye Writers of America” per il romanzo The Guards(1), recupera il modello del romanzo d’indagine a là Derek Raymond e si dedica ad una sistematica, esplicita, amplificazione della dimensione morale(2) dell’opera.
Ne Il prete, vera e propria "detective story di teodicea", crimini, criminali, polizia, investigatore, indagini non sono che pretesti(3): protagonista incontrastata è la riflessione sul “bene” e sul “male”, sulla “colpa” e l’“espiazione”, sul “delitto” e il “castigo”. E se il primato della dimensione morale, della riflessione metafisica dagli esiti quasi certamente atei (ed il conseguente ripiego su uno sconsolante materialismo, anche se poi la giustizia secolare non si dimostra, almeno nelle sue forme "ufficiali", più efficiente di quella divina nel trattamento di certi delitti), va in parte a discapito del ritmo della narrazione e dell’azione (“solo” due omicidi in un romanzo di 247 pagine, per di più quasi del tutto prive di sparatorie, inseguimenti ecc.), a lettura terminata si resta con l’impressione di aver avuto a che fare con un’opera ben più importante, ben più alta, del solito poliziesco fatto in serie.
Per chi ama i personaggi maledetti, Jack Taylor è da non perdere(4).
Romanzo interessante, sconsolante, realistico, intelligente, Il prete, di Ken Bruen, è edito in Italia da Fanucci.
(1) Il romanzo, che apre il ciclo dedicato a Jack Taylor, è stato proposto ai lettori italiani con il titolo Prima della notte (Frassinelli, 2004).
(2) Quello relativo alle capacità d’“indagine morale” connaturate al genere noir (capacità in buona parte dimostrate, in epoca classica, tanto per adeguarsi alle severe regolamentazioni del terribile Motion Picture Production Code redatto, nel 1930, da Will H. Hays) è un gran bel luogo comune: in realtà, in molti degli autori contemporanei, questa riflessione, questa tensione etica che dovrebbe essere molla dell’azione del detective (e che forse nei romanzi di Chandler, tanto per fare un esempio, lo era) è del tutto assente o sembra poco sentita, vuota, puramente esteriore, assorbita insieme a tutti gli altri cliché del genere. Solo negli ultimi anni, e soprattutto grazie all’opera dell’inglese Derek Raymond, responsabile di una preziosa sintesi tra poliziesco e romanzo esistenzialista di matrice sartriana, gli autori europei hanno cominciato ad indagare il potenziale riflessivo inespresso del romanzo noir. Nel caso specifico di Il prete, i cui capitoli sono aperti da citazioni dai Pensieri di Pascal, il piano morale trapassa qua e là nel metafisico, se non proprio nel teologico.
(3) Ma non fraintendano i lettori: stile e intreccio di Il prete non sono meno perfetti, intriganti e curati di quelli di un tradizionale romanzo noir di alto livello.
(4) Ex-poliziotto, investigatore privato, alcolista reduce da un ricovero in clinica psichiatrica, irrimediabilmente segnato da un terribile trauma e roso dai sensi di colpa, Jack Taylor è una figura limite anche nel vasto panorama di protagonisti “maledetti” offerto dal noir moderno.
Labels: Derek Raymond, Galway, Irlanda, Jack Taylor, Ken Bruen, Letteratura, Letteratura Noir
7 Comments:
Ho letto il tuo articolo e volevo chiederti se la serie di Taylor verrà pubblicata per intero.
Grazie
Che dire? Speriamo di si. Purtroppo non sono in contatto con la casa editrice, quindi non ne sono sicuro. L'unica cosa che posso dire è che il fatto che per ora sia stata tradotta solo la seconda avventura del ciclo non promette niente di buono.
Ciao,
fabrizio
Ciao,
interessante ben scritto e condivisibile quanto scrivi su Ken Bruen, uno dei tanti che qui da noi non godono di attenzione adeguata (a cominciare dagli editori...) Vorrei solo precisare che Priest è il quinto romanzo della serie con protagonista Jack Taylor, e che il primo, The Guards, è stato pubblicato da Frassinelli nel 2004, con il titolo Prima della notte, trad. di Matteo Curtoni e Maura Parolini. Grazie e complimenti per il sito.
Giovanni Zucca
Grazie mille per la precisazione. Ho provveduto a correggere la recensione.
Che dire? correrò in libreria a cercare Prima della notte, anche se i volumi di Frassinelli non sono facilmente reperibili.
Saluti,
fabrizio
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