C- James Mc Teigue:V per Vendetta
Da un soggetto e una sceneggiatura dei fratelli Wachowski (già ben noti per l’acclamatissimo, seguitissimo, fastidioso Matrix), e diretto dal quasi esordiente Mc Teigue, ecco l’ennesimo film estratto da un fumetto; che sia Marvel o DC comics, la faccenda non cambia (gli appassionati del fumetto non me ne vogliano, qui si parla di cinema) ecco l’ennesimo film pieno zeppo di effetti speciali, scene d’azione non sempre riuscite, dialoghi che rasentano l’insopportabile e qualche idea ridotta all’osso a sostenere il povero insieme.
Ricordate “Spiderman”? Da grandi poteri derivano grandi responsabilità…
Ricordate “L’ultimo supereroe?” Ogni supereroe ha bisogno di un antagonista…
Sulla scia di questa bella filosofia da fumetto patinato (sempre spiacevolmente vuota e infantile), ecco la morale di V per Vendetta: “le idee sono a prova di proiettile.”
In un improbabile stato totalitario affermatosi in Gran Bretagna dopo la diffusione di una nuova “Peste” negli Stati Uniti, la popolazione è sottoposta ad uno stato di polizia, l’opinione pubblica, grazie al monopolio televisivo, è agevolmente pilotata dal governo dell’alto cancelliere Sutler.
Eroe solitario che lotta per la libertà, l’uomo che si fa chiamare V e si nasconde dietro una maschera di Guy Fawkes (artefice del poco fortunato “Gunpowder Plot” del 1605) è un anti-eroe troppo infallibile, noioso e dalla parlantina facile (che almeno nella sequenza iniziale risulta abbastanza poco digeribile), deciso a liberare la popolazione dall’oppressione, seppur spinto da un’egoistica voglia di vendetta nei confronti di alcuni alti papaveri tra i quali l’alto cancelliere stesso.
Il suo progetto? Far saltare in aria il parlamento, e le autorità non hanno che un anno per fermarlo.
Inutile dire che l’eroe, con l’aiuto della preziosa (almeno nella parte conclusiva del film) alleata Evey (Nathalie Portman che fa del suo peggio per risultare quasi inguardabile) riuscirà nel suo intento, facendo saltare in aria il parlamento davanti ad una folla semi-inferocita e mascherata (e dando con questo vita ad una delle sequenze più riuscite dell’intero film).
La vicenda (tanto scarna da richiedere decisamente meno dei 120 minuti che invece occupa) si muove, purtroppo, in modo tutt’altro che inesorabile verso un ovvio finale, senza senso del ritmo, senza gusto per i personaggi, senza colpi di scena e senza suspence.
La ridicola critica politica di gran moda (della quale i fratelli Wachowski hanno già dato un saggio in matrix), orientata alla società del controllo, ai totalitarismi in genere, alla scienza incontrollata e incontrollabile, priva di tensione etica, abusata e manierata, non aggiunge valore ad un opera di per se’ tutt’altro che eccelsa.
Che dire allora di questo tanto atteso “V per Vendetta?” ci spiace per gli appassionati di fumetti (diciamolo ancora, qui si tratta di cinema), ma forse uno dei punti forti del film è nella mimica facciale del protagonista, ahimè, resa illeggibile dalla maschera…
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